Storie della Vergine – Nel catino absidale nella cattedrale di Santa Maria

Il bellunese Pietro Paoletti, apprezzato pittore neoclassico vissuto nella prima metà dell’Ottocento, era stato avviato all’arte del disegno dal padre Luigi, perfezionandosi a Padova, presso lo studio di Giovanni De Min, poi a Venezia all’Accademia di Belle Arti.

Nella primavera nel 1827 insieme con il suo maestro De Min il giovane Paoletti intraprese il viaggio che si sarebbe rivelato determinante per la sua carriera artistica, non meno che per la vita privata. L’itinerario di viaggio toccò Bologna e Firenze, deviò per Napoli: fu per il ventiseienne artista bellunese una sorta di Grand Tour, destinato ad aprirgli le porte della Curia romana e dell’aristocrazia dello Stato Pontificio.

Durante il suo viaggio, conobbe infatti il letterato reatino Angelo Maria Ricci, che lo invitò a dipingere le sale del piano nobile del palazzo di famiglia e per il tramite del fratello don Ferdinando, canonico del Capitolo della Cattedrale, lo introdusse in Curia.

Era da poco ricostruito il catino absidale della cattedrale, gravemente lesionato dal terremoto del 1785.

Il reatino Giovanni Pileri aveva dipinto giusto in quell’anno l’Assunta della volta ma il Capitolo, insoddisfatto del risultato, desiderava provvedere alla decorazione delle pareti dietro agli stalli del Coro. Pietro Paoletti propose nel 1828 cinque bozzetti a tratto di penna ed uno schizzo acquerellato. Il Capitolo approvò la realizzazione del ciclo degli affreschi completati entro il 1829: i temi della Natività di Maria, della Presentazione di Maria al Tempio, della Visitazione, dell’Immacolata Concezione, dell’Annunciazione furono sviluppati in maniera piacevole e piana, così da soddisfare appieno le esigenze del Capitolo.

Pietro Paoletti intervenne anche a correggere l’affresco intrapreso da Giovanni Pileri che aveva incontrato le critiche dei committenti.

Il tripudio di angeli, santi e beati che corteggia l’ Assunta è annunciato da un biondo angelo trombettiere, dalla veste color rubino, le ali di un denso piumaggio cangiante dal verde all’azzurro, che plana verso terra per annunciare l’evento miracoloso.

Il suo atto è speculare al volo dell’angelo dalla serica veste dorata che tende la corona sul capo della Vergine, così come si corrispondono le luminescenze, in una graduale oscillazione dai toni più cupi e densi delle folte nubi del registro inferiore fino alla limpida, raggiante profondità efficacemente allusiva al regno eterno che, come recita Dante, solo Amore e luce ha per confine.
A cura di Ileana Tozzi

2023-07-21T11:44:44+00:0021 Luglio 2023|

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