La Madonna del latte di Girolamo Troppa al Museo Civico di Rieti

La pala d’altare dedicata alla Madonna del Latte, custodita presso il Museo Civico di Rieti, firmata sul gradino dell’altare Hieronimus Troppa fe […] presenta in sintesi i tratti originali dell’arte al servizio della catechesi post-tridentina.

Il clipeo dorato, sorretto da un volo d’angeli di plastica eleganza, include l’immagine della Madonna del latte raffigurata in omaggio alla più antica tradizione, il bel volto muliebre atteggiato alla meditazione sul destino prefigurato dal vecchio Simeone incorniciato dal manto azzurro profilato d’oro, la veste color rubino da cui sporge il seno bianco a cui si nutre il Bambino Gesù.

Il gioco delle mani della Madre e del Figlio, raffinato e denso di significati, è eseguito con mirabile abilità non semplicemente accademica.

In alto, al di sopra della cornice, un cherubino porta il cartiglio Pax.

Il registro inferiore della tela è dominato da una scena di paesaggio distesa oltre la  balaustra in pietra che separa la natura naturata dalla natura naturans:  lo specchio limpido di un lago dalle sponde verdi e vegetate, circoscritto dal profilo distante delle montagne.

È questo il panorama che si gode dall’alto del paese di Labro, antico feudo dei Nobili Vitelleschi che nel 1678 commissionarono la tela all’artista sabino.

Lo stemma dei Nobili Vitelleschi è campito a trompe-l’-œïl   quasi in primo piano nella spalletta laterale dell’altare.

Nel paliotto dell’altare, con la medesima tecnica che imita la monocromia di un bassorilievo in bronzo, l’artista raffigura l’immagine della Mater Dolorosa confortata dalle pie donne, sciogliendo così i significati a cui allude l’icona portata in volo dagli angeli.

La collocazione dell’altare risulta del tutto inusuale, disposto com’è su un loggiato dalla raffinata pavimentazione in marmo bianco, grigio e verde.  A cura di Ileana Tozzi.

2023-07-24T10:04:33+00:0024 Luglio 2023|

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