Gli stucchi dell’Immacolata Concezione nella chiesa cemeteriale di San Giovanni a Lugnano

Durante il medioevo l’antico  castrum Luniani fu parte integrante dei possedimenti dell’abbazia di Farfa passando poi in spiritualibus sotto la guida della Curia reatina.

Nel 1252, insieme con Lisciano, Cantalice, Categne e Petescia  entrò a far parte del Regno di Napoli e mezzo secolo più tardi i suoi abitanti contribuirono alla fondazione di Cittaducale.

Per secoli, fino alla sconsacrazione avvenuta nel 1832 per mano del vescovo aquilano monsignor Giovanni Maniere, la chiesa di San Giovanni Battista assolse al compito di chiesa cemeteriale per gli abitanti del paese.

Si accede attualmente solo dal portone laterale, munito di due solide valve lignee finemente scolpite, appena lese dall’insulto del tempo. Il portale della facciata non è raggiungibile, poiché l’area risulta transennata per motivi di sicurezza, posta com’è ai margini dello strapiombo.

L’interno, protetto dal tetto a travatura scoperta ricostruito nell’ultimo quarto del XX secolo, presenta poco meno che intatto il pavimento di rustici mattoni in cui si apre la botola in pietra che dette accesso per almeno tre secoli alla camera ipogea delle sepolture.

L’aula ampia e luminosa conserva pressoché integri i cinque altari in stucco, ben modellati e parzialmente dipinti.

L’altare maggiore era dedicato al Battista, titolare della chiesa.

Anche gli altari laterali a cornu Epistulæ erano decorati con delle tele di buona mano.

I due altari a cornu Evangelii sono invece realizzati unicamente in gesso.

Il primo è dedicato all’Immacolata Concezione. La cornice ad arco è quasi sfondata sul capo della Vergine, il manto celeste, la veste color rubino, che ascende al cielo sorretta da una nuvola, lo sguardo basso, concentrato sul serpente che si contorce con le sue spire schiacciato dal piede ignudo della mulier amicta sole poggiato su uno spicchio di luna.

Al di sopra della cornice, due angeli sostengono la corona sul capo di Maria.

In basso, ai lati della scena ispirata all’Apocalisse giovannea, sono raffigurati Sant’Antonio di Vienne e Sant’Antonio di Padova, ciascuno con i propri emblemi parlanti.

Sul fastigio dell’altare, all’interno di un ovato impreziosito da serti floreali è raffigurato il Santo Vescovo Emidio a cui i Lugnanesi scampati ai devastanti terremoti che si susseguirono per l’intero arco dell’anno 1703 espressero così la loro grata devozione.
A cura di Ileana Tozzi.

2023-07-22T09:37:46+00:0022 Luglio 2023|

Condividi sui tuoi social

Torna in cima