Un lacerto di affresco nella chiesa dei SS. Martiri a Cerchiara

Alle porte della Val Canera l’abitato di Cerchiara, documentato fin dai secc. XI-XII come Castrum Circulariæ, fu feudo delle nobili e potenti casate romane degli Orsini e dei Colonna. A tutt’oggi mantiene nel suo assetto l’antica struttura medievale, caratterizzata dalla cinta muraria di fortificazione.

La chiesa cemeteriale dei SS. Martiri è un pregevole esempio del romanico locale: la facciata a capanna incastona il portale in pietra sormontato da una lunetta. L’abside presenta interessanti elementi scultorei, quali la monofora e gli elementi fitomorfi e zoomorfi delle mensole di scarico degli archetti della cornice.

La Visita Apostolica condotta nell’inverno 1573-1574 da monsignor Pietro Camaiani vescovo di Ascoli Piceno nel territorio della Diocesi di Rieti ne offre un’accurata descrizione.

Il Visitatore arrivò a Cerchiara il 26 gennaio, accolto dal rettore, il reverendo don Fabrizio Aligeri, arcidiacono reatino, e da don Giovanni Andrea Capiresio, cappellano.

Dopo l’ispezione alla parrocchiale di San Tommaso, con le confraternite della Madonna del Rosario, di Sant’Andrea, dell’Assunzione della beata Maria e del Corpus Christi fu la volta della chiesa di Santa Maria vulgo di Casa Nobili, definita extra et prope rispetto al castello di Cerchiara.

La chiesa, ispezionata al tramonto, apparve antica ed insigne con la sua cripta suggestiva, ma non nascose al Visitatore i suoi difetti.

Monsignor Camaiani prescrisse che dovesse essere pavimentata, il tetto riparato, la porta d’accesso inchiavardata.

Per di più, fu prescritta la distruzione dell’antico Crocifisso ligneo definito vetustissimum ac indecorum ed ingiunto il riassetto della chiesa rispettando le norme Tridentine riguardanti l’adeguamento liturgico dei luoghi di culto.

Il parroco don Fabrizio Aligeri fu incaricato di procurare al più presto l’effettuazione di quanto richiesto. Nipote del vescovo Mario Aligeri Colonna (1529-1555), legato alla famiglia dell’aristocrazia romana feudataria del castello, don Fabrizio Aligeri provvide zelantemente a mettere in atto quanto prescritto dal Visitatore conferendo l’incarico di decorare le pareti della chiesa dei Santi Martiri ad Alessandro Torresani, ultimo maestro della bottega che aveva contribuito a divulgare la maniera pittorica rinascimentale in Umbria ed in Sabina.

Degli affreschi di fine Cinquecento non tutto si è conservato: ma a volte le pareti restituiscono lacerti di grande qualità, come questo raffinato volto della Madonna con il Bambino Gesù.
A cura di Ileana Tozzi

2023-07-22T09:08:00+00:0022 Luglio 2023|

Condividi sui tuoi social

Torna in cima