Chiesa di Santa Lucia

 

Dopo il Concilio di Trento, che decretò la clausura per tutti gli ordini femminili imponendo la soppressione dei monasteri suburbani ed il trasferimento delle comunità entro le mura cittadine, per volontà del cardinale Marco Antonio Amulio vescovo di Rieti, le clarisse del monastero di Santa Lucia extra mœnia occuparono l’antico hospitale di San Sebastiano fondato al tempo della peste nera, cui era annessa la chiesa di Santa Maria delle Valli, secondo il toponimo del rione cittadino che si estendeva dallo sperone di travertino dell’arce fino alla sponda destra del Fiume Velino.

Il trasferimento fu attuato entro un decennio, necessario a riadattare gli stabili alle esigenze della comunità claustrale, dal vescovo Alfonso Binarini che solennemente accompagnò in processione le religiose dal vecchio monastero del butto dei Santi fino alla nuova sede, fu dotata dalle famiglie dell’aristocrazia reatina che avevano nel monastero le figlie cadette, prima fra tutte casa Vincentini, che donò allo stesso monastero l’adiacente chiesina di Sant’Anna, demolita solo dopo l’Unità d’Italia.

La presenza a Santa Lucia di suor Maria Angelica, suor Anna Maria e suor Lorenza Salvietti, nipoti di Gian Lorenzo Bernini, garantì alle monache di potersi avvalere della collaborazione dei più valenti artisti disponibili sulla scena di Roma, tra cui lo scultore Giovanni Maria Ravazzani, il pittore Ciro Ferri, lo scultore Cesare Tuppi. Nel 1653, furono ancora i Vecchiarelli a dotare la chiesa del bel soffitto ligneo a lacunari decorato dagli stemmi di famiglia. Al centro, secondo l’uso dell’epoca, fu inserita la bella tela di Vincenzo Manenti raffigurante l’Estasi di Santa Lucia.

La chiesa annessa al monastero, dall’interno del quale le religiose potevano assistere alle funzioni dall’alta galleria di gusto orientaleggiante, fu consacrata dal vescovo Antonino Serafino Camarda, O.P., il 25 luglio 1727.

Chiesa e monastero furono colpiti dalle soppressioni postunitarie. L’edificio fu indemaniato, le clarisse dovettero adattarsi ad acquistare e ristrutturare un edificio adiacente al palazzo già appartenuto al Governatore Apostolico rifondando la comunità di Santa Lucia Nuova, sciolto dalla clausura ad opera del Ven. monsignor Massimo Rinaldi negli anni ’20 del Novecento, che offre oggi un impeccabile servizio di assistenza alle persone anziane.   A cura di Ileana Tozzi

Attualmente, causa eventi sismici, la chiesa di Santa Lucia non è agibile.

2023-10-06T11:56:49+00:0026 Aprile 2021|

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