Riserva Naturale Montagne della Duchessa

La Riserva Naturale Regionale “Montagne della Duchessa” ha una superficie di oltre 3.540 ettari, rappresentata da un territorio montuoso, a morfologia aspra e selvaggia, dominato dal Monte Morrone (2.141 m) e dal Murolungo (2184 m). Il paesaggio è alquanto suggestivo e vario. Salendo di quota, dai 950m slm di Valle Amara e di Cartore, i boschi misti di cerro, frassino, carpino, sorbo e acero, lasciano il posto al di sopra dei 1200 metri alle monumentali faggete.

Le cime più alte sono dominate dai pascoli perenni e da ampie superfici rocciose, dove anche la vita vegetale diventa difficile. Da nord a sud si alternano profonde e strette vallate a rilievi più o meno accidentati: a Monte Cava (2.000 metri slm) segue il profondo solco di Valle Amara che, se d’estate è un importante accesso alla Riserva, d’inverno risulta spesso impraticabile perché, raccogliendo le acque torrentizie che si “incanalano” nelle valli poste a quote superiori, essa viene trasformata in un vero e proprio letto di fiume. Segue l’emergenza di Monte Morrone e poi ancora il Vallone di Fua e il Vallone del Cieco che introducono all’incantevole e incontaminato Lago della Duchessa (1.788 metri slm). Ancora più a sud il Murolungo domina con i suoi contrafforti rocciosi il Vallone di Teve.

La Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa è un autentico punto focale di biodiversità a tutti i livelli dello spettro biologico: specie, comunità (sia vegetali che animali), ecosistemi e paesaggi. Non sappiamo ancora se anche a livello di geni e popolazioni esista una tale diversità, quel che è certo è che più passa il tempo piu aumenta il nostro livello di conoscenza della fauna locale e con essa le scoperte e le sorprese positive.

Il primo censimento delle specie animali fu condotto nel 1993 per la redazione del piano di gestione della Riserva, tecnicamente detto “Piano di tutela e utilizzo del territorio”, a indicare lo stretto legame tra la conservazione di specie e habitat e l’uso delle risorse naturali da parte dell’uomo. Nel 1993 furono censite 227 specie di insetti, 9 specie di anfibi, 10 specie di rettili, 97 specie di uccelli e 38 specie di mammiferi.

Sicuramente il numero di specie di insetti è nettamente maggiore (gli insetti sono i veri dominatori del mondo per numero di specie e per consistenza delle popolazioni), ma anche tra i vertebrati sono state osservate nell’ultimo quinquennio specie non segnalate in precedenza.

FAUNA

Passando ai mammiferi forse più carismatici (ma non per questo i micromammiferi sono poco importanti!), la fauna della Duchessa annovera il lupo (Canis lupus), presente stabilmente nell’arco di tutto l’anno, con almeno un branco; il gatto selvatico (Felis silvestris), i cui richiami si sentono spesso dopo il tramonto nella stagione degli amori, alla fine dell’inverno; la volpe (Vulpes vulpes); il tasso (Meles meles); l’ istrice (Hystrix cristata); tra i mustelidi sono presenti stabilmente la faina (Martes foina) e probabilmente la rarissima martora (Martes martes). Una menzione speciale merita l’orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), sottospecie dell’orso bruno (Ursus arctos arctos) endemica dell’Italia centrale e a forte rischio di estinzione. Secondo la memoria e le testimonianze degli abitanti di Cartore, Corvaro, Borgorose e di tanti altri piccoli paesi montani l’orso e stato sempre presente sui monti della Duchessa e dintorni. Dall’estate del 2005 ne abbiamo avuto la conferma inequivocabile iniziando a trovare con elevata frequenza segni di presenza del plantigrado all’interno della Riserva e nelle aree limitrofe. Per un certo periodo e stata accertata addirittura la presenza di due individui, identificati grazie alle analisi genetiche. Fino alla fine del 2008 la frequentazione della Riserva da parte dell’orso e stata stagionalmente ricorrente.

Altri mammiferi carismatici e affascinanti per la loro bellezza ed eleganza, nonché facilmente visibili tutto l’anno, sono il cervo (Cervus elaphus) e il capriolo (Capreolus capreolus). Il cervo, estinto sulle montagne della Duchessa e nelle zone circostanti da parecchi decenni, è stato reintrodotto dal Corpo Forestale dello Stato all’inizio degli anni ’90 nella Riserva Naturale Orientata del Velino, che confina direttamente con la Riserva della Duchessa. I primi esemplari furono rilasciati in Val di Teve nel 1991, dal piccolo nucleo iniziale nell’arco di quasi 20 anni il cervo si è espanso spontaneamente fino a occupare non solo tutto il comprensorio Velino-Duchessa, ma anche altre zone: l’area compresa tra Sant’Anatolia e Magliano de’ Marsi, le pendici orientali dei Monti Carseolani, forse i monti della Val de Varri, sicuramente la Valle di Malito. Anche il capriolo era estinto da molti decenni sulle montagne della Duchessa, i nuclei attualmente presenti sia qui che nelle zone circostanti sono frutto della colonizzazione spontanea di nuovi territori da parte dei nuclei reintrodotti in Abruzzo negli Anni Settanta.

Ultimi tra i mammiferi per l’assoluta novità della scoperta sono i chirotteri, più noti come pipistrelli (vedi sul sito la pubblicazione Chirotteri della Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa). Nel 2008 Danilo Russo e Luca Cistrone, chirotterologi di fama internazionale, insieme al personale della Riserva, hanno condotto con una campagna di studi finanziata dall’Agenzia Regionale dei Parchi del Lazio; nel corso della campagna sono state contattate ben 14 specie di chirotteri sulle 36 specie presenti in Italia. Un vero record! Tra le specie rilevate ve ne sono anche alcune assolutamente rare a livello europeo e minacciate di estinzione a causa della scomparsa dei boschi vetusti, loro habitat elettivo. A metà del 2009 è stato pubblicato l’atlante locale dei chirotteri della Duchessa, che contiene una panoramica generale su questi straordinari cacciatori notturni di insetti e la descrizione dettagliata delle specie rilevate.

Le specie di uccelli osservate negli ultimi 10 anni superano abbondantemente il centinaio. Sarebbe troppo lungo elencarle tutte, ci limitiamo a segnalarne alcune: l’aquila reale (Aquila chrysaetos), che utilizza le praterie sommitali del gruppo della Duchessa, di Monte Cava e delle cime circostanti come siti di caccia, il Lanario (Falco biarmicus), il Falco Pellegrino (Falco peregrinus), di cui negli ultimi tre anni è stata accertata e seguita la nidificazione fino all’involo dei piccoli; tra gli strigiformi si possono facilmente osservare, ma soprattutto ascoltare, il Gufo comune (Asio otus), la civetta (Athene noctua), il Barbagianni (Tyto alba), l’assiolo (Otus scops), l’allocco (Stryx aluco); ben più difficile da rilevare e il gufo reale (Bubo bubo). Specie piuttosto rare in Italia centrale stabilmente presenti nella Riserva sono il fringuello alpino (Montifringilla nivalis), nidificante nelle praterie d’alta quota; la Coturnice (Alectoris graeca), anch’essa nidificante, presente sulle Montagne della Duchessa fin dai tempi più remoti secondo le memorie degli abitanti della zona, il Picchio Muraiolo (Tichodroma muraria), grazioso passeriforme che nidifica in ambiente montano su pareti rocciose.

Strettamente legati ad habitat rocciosi, soprattutto per la nidificazione, sono anche alcuni corvidi, il gracchio alpino (Pyrrhocorax graculus), il gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax) e il corvo imperiale (Corvus corax), quest’ultimo frutto di una reintroduzione, compiuta nella Riserva Naturale Orientata del Velino, dal Corpo Forestale dello Stato, all’inizio degli anni ’90. Altra specie reintrodotta, e ormai stabilmente presente con numerose coppie riproduttive, è il Grifone (Gyps fulvus), è molto probabile che, camminando sulle Montagne della Duchessa, se alzerete gli occhi al cielo, vedrete un gruppo di grifoni in volo planato o in risalita lungo una corrente termica ascensionale senza alcun battito d’ali. Gli ambienti forestali ospitano numerosissime specie, tra cui, la balia dal collare (Ficedula albicollis), il Picchio Rosso maggiore (Dendrocopos major), il Picchio Rosso minore (Dendrocopos minor) e molto probabilmente il Picchio Dorsobianco (Dendrocopos leucotos).

Infine non possiamo non citare rettili e anfibi. Tra i rettili merita rilievo la Vipera dell’Orsini (Vipera ursinii), rarissima in Italia. Gli anfibi sono poco rappresentati nella Duchessa a causa della mancanza di zone umidi e ambienti acquatici, ad eccezione del Lago della Duchessa; qui vive stabilmente una popolazione di Tritone crestato (Triturus carnifex), nei pochi fontanili perenni presenti nella Riserva sono stati osservati il Rospo comune (Bufo bufo) e la rana comune (Rana esculenta).

FLORA

Complessivamente sono state censite 1005 entità (specie e sottospecie) appartenenti a 81 famiglie e 418 generi. Le famiglie che presentano un numero maggiore di entità sono nell’ordine le Asteraceae (128), le Fabaceae (82), le Poaceae (72), le Caryophyllaceae (66), le Lamiaceae (55), le Brassicaceae (51), le Rosaceae (48), le Orchidaceae (40) e le Apiaceae (39), mentre i generi più rappresentati sono nell’ordine Hieracium (26), Trifolium (19), Silene (18), Orchis (14), Ranunculus (13), Veronica (13), Campanula (12), Carex (11) e Cerastium (11), dal Quadro conoscitivo del Piano e Regolamento della Riserva.

Nel 1993 il primo studio estensivo della flora evidenziava 502 entità floristiche censite, di cui circa il 12% comprendeva specie rarissime ed endemiche su scala nazionale. Nel versante nord del Murolungo è facile vedere, insieme al Ligustrum lucidum,l’Allium lineare, tipica specie delle zone alpine. Un’orchidea rarissima, la Nigritella widderi, è presente sul Monte Morrone, nelle superfici esposte a nord.

Intorno al Lago della Duchessa sono presenti Ranunculus trichophyllus, varie specie di Saxifraga, Alchemilla plicatula, Dryopteris villari. Se si vuole vedere l’Astragalus danicus, una specie rarissima, è necessario salire sul Monte Cava. Lungo il Vallone di Teve si trovano altre specie endemiche come Hieracìum virgaurea, Carex pilosa, Carex umbrosa e l’orchidea Corallorhiza trifida. Molto estesa è la vegetazione rara dei brecciai consolidati a Festuca dimorpha. La vegetazione forestale è rappresentata da faggete pure o miste, querceti misti con prevalenza di roverella o cerro, ostrieti misti a specie quercine con orniello e acero opalo.

È possibile ammirare nel Vallone di Teve lecci (Quercus ilex) centenari abbarbicati tra le rocce, oltre alla presenza della rara Betulla (Betula pendula Roth), testimonianza di una vegetazione forestale più antica legata agli ultimi cicli glaciali e alla ricolonizzazione della foresta temperata mista.

2022-08-24T15:11:01+00:0027 Settembre 2021|

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