Pubblicazioni antecedenti ottobre 2021

 

FLAVIO FOSSO
E IL VELINO VA…

Flavio Fosso cronista de Il Tempo dal ’54 al ’99, è stato codirettore della Rivista Rieti sport e ha contribuito alla nascita di Sabina 2000, radio e televisione. Ha collaborato con molti giornali e scritto alcuni libri tra cui Forza Rieti. Con Luigi Ricci ha scritto Sebastiani Dream e Progetto Serie A. È vice presidente della Sezione provinciale della Lega italiana per la lotta contro i tumori.

Ho voluto sfidare me stesso in un settore diverso come la narrativa, – commenta Flavio Fosso – così è nato “E il Velino va…” che vuole essere prima di tutto una specie di dichiarazione d’amore per la nostra Terra e per la sua Storia”.

“Ho messo in successione cinque racconti – continua l’autore – ancorati a cinque importanti fatti storici interessanti la nostra Città, accaduti negli ultimi due secoli nei quali ho inserito personaggi di fantasia che rendono scorrevole la lettura. Infatti non ho assolutamente voluto fare una studio storico perché altri ne hanno fatto di ben più approfonditi ed importanti. Caso mai contribuisco a farli conoscere ad un pubblico più vasto. E’ dunque spero di avere fatto un buon prodotto divulgativo”.

“Non mi sarei cimentato in un’opera di così diverso respiro dal mio solito scrivere – conclude Fosso – se non avessi avuto l’appoggio della LILT Rieti, del presidente e del direttivo che mi consente di devolvere il ricavato delle offerte di coloro che vorranno assicurarsi il libro (230 pagine, molte illustrazioni fuori testo n.d.c.) a favore della Sezione di Rieti.”

 

CHIARA DEL SOLDATO
IL FIGLIO DI TROPPO

Chiara Del Soldato, toscana, dal 1982 è residente a Rieti. Insegna materie letterarie al Liceo Scientifico. Sposata, ha tre figli.

Con il suo primo romanzo, “Jader” (Guida ed. /& nuova edizione Prospettiva), vince nel 1999 il Premio letterario nazionale Città di Cimitile – Napoli. In seguito pubblica con Prospettiva editrice una raccolta iu racconti sulle problematiche adolescenziali (I colori dell’anima) e altri romanzi (Magia di un’idea, La vita che forse, Non sempre la stessa storia, Ti amerò mio malgrado, Servitori danzanti), ottenendo conferme in vari premi letterari. Tutti i lavori mostrano attenzione per le problematiche familiari e per il mondo femminile.

Il figlio di una relazione extraconiugale, per giunta già chiusa, è un figlio di troppo, secondo Zelinda. la cosa più semplice sarebbe un aborto, che l’aiuterebbe a mettere una pietra sopra ad un capitolo della sua vita, nonostante tutto indimenticabile. Ma poi la moglie del suo ex le offre un’alternativa: prenderà lei quel bambino, lo crescerà suo padre.

Saranno ore lunghissime quelle che vivrà la protagonista, impelagata tra ricordi, bilanci, frustrazioni, nel tentativo di arrivare alla decisione giusta.

 

PIER LUCA AGUZZI
I NIDI DI RONDINE

Il thriller “I Nidi di Rondine”, edito da Amarganta, racconta la vicenda di due donne che dopo essersi rincontrate a distanza di molti anni si ritrovano a combattere una guerra psicologica dai risvolti gialli, nata a causa degli screzi creatisi tra i loro genitori e ancora non sopiti in una delle protagoniste. Tra sotterfugi, mascheramenti, omicidi, il finale sarà sorprendente.

“I Nidi di Rondine” è il primo libro dell’autore Pier Luca Aguzzi, nato a Rieti, Laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma e giornalista pubblicista.

Un libro scorrevole, ricco di descrizioni e suspense. Piacevole da leggere e pieno di minuziosità, fa immergere il lettore in un mondo a sé stante lasciandogli anche la libertà di immaginare i volti dei protagonisti e i luoghi della vicenda.

 

FABRIZIO COLARIETI
TRE E TRENTASEI

Spesso si pensa che la cosa migliore, dopo un evento catastrofico e luttuoso, sia dimenticare in fretta. Ma dimenticare in fretta vuol dire spesso rimuovere, cioè confinare il ricordo in un angolo remoto scarsamente accessibile alla nostra coscienza.

Un lutto, specialmente così profondo, per essere superato va elaborato e, in questo caso, collettivamente elaborato. Per questo la CNA ha deciso di sostenere la pubblicazione di un libro che sarà di aiuto in questo compito nel quale siamo ancora impegnati.

Solo così riusciremo a rinascere e a far rinascere la vita nelle multiformi realtà nelle quali si manifesta: le scuole le case, le chiese, le aziende, le strade, le piazze, i luoghi di cura. Funambolo Edizioni.

 

MARCO FUGGETTA
SFIDE

La speranza di una prospettiva migliore o la certezza di una crisi inarrestabile? Il futuro della provincia di Rieti e, più in generale, della zona centrale del nostro paese è il tema portante del libro.

Dalla sfida della ricostruzione post-terremoto alle nuove opportunità dell’area della logistica a ridosso della Capitale, dalle possibilità economiche legate alle risorse ambientali al rapporto con i territori limitrofi, il libro offre una panoramica su diversi dossier che il Reatino si troverà ad affrontare negli anni a venire, spesso come conseguenza di processi avviati ormai da decenni.

Quale direzione intraprenderà il nostro territorio? Quale sviluppo stiamo perseguendo? Siamo davvero destinati al declino o possiamo risalire la china? Il libro, attraverso numerose interviste ai protagonisti della vita politica, sociale ed economica (tutte realizzate tra ottobre e dicembre 2016), offrirà al lettore la possibilità di maturare la propria risposta/opinione a queste e altre domande.

 

ALESSANDRO MORETTI
IN SMART INVESTING

Alessandro Moretti è laureato in Economia Aziendale, ha maturato fin da giovanissimo una grande passione per il trading azionario. Dopo aver conseguito il Diploma SIAT e la Certificazione Internazionale IFTA come Analista Tecnico, ha fondato SegnaliDiTrading.net, una delle più grandi community in Italia sul trading e gli investimenti in azioni.

In Smart Investing – Come investire in azioni con successo

In questo libro imparerai quindi che nel mercato finanziario non esiste nessuna formula vincente senza rischi, ma che con una strategia solida e verificata puoi sfruttare al massimo i profitti durante le fasi positive e contenere al minimo le perdite durante le fasi negative.

SMART INVESTING è proprio questo: la strategia ideata da Alessandro Moretti dopo anni di studi specialistici approfonditi, una strategia di “analisi integrata” che combinai punti di forza dell’analisi fondamentale con quelli dell’analisi tecnica, ma soprattutto un metodo costantemente testato sul campo dall’autore stesso, con portafogli di investimento reali e verificabili.

Che tu sia un aspirante investitore o un investitore esperto, il tuo nuovo percorso nel mercato azionario comincia dunque da questo libro. Per gestire i tuoi risparmi e farli fruttare al meglio, con rigore, con costanza e soprattutto intelligenza.

 

ALESSIA GUERRIERI
QUANDO IL PANE NON BASTA

Alessia Guerrieri è nata a L’Aquila nel 1981, ma vive ormai da qualche anno a Roma. Giornalista professionista dal 2008, scive per Avvenire, Conquiste del lavoro, e alcuni periodici, occupandosi principalmente di temi sociali.
Dall’inizio della sua carriera professionale ha approfondito le problematiche relative alla povertà in Italia, ai giovani e alla famigli, con inchieste e ricerche sullo spreco alimentare, l’indigenza dei minori e la catena di solidarietà per i bisognosi, l’integrazione degli stranieri in Italia e la ricostruzione post-terremoto in Abruzzo.

Il pane è vita. Non serve andare in Paesi dall’altra parte del globo, tuttavia, per vedere persone che non ne hanno abbastanza. Basta fermarsi in quegli angoli delle nostre città, nuove periferie esistenziali, in cui tanti volontari ogni giorno offrono da mangiare agli affamati nelle mense dei poveri. Un pasto donato che diventa momento di ascolto e conforto per occhi anonimi e preoccupati del proprio futuro. È un luogo d’osservazione originale quello scelto dalla giornalista Alessia Guerrieri per il suo viaggio all’interno degli enti caritativi che nutrono gli indigenti nel nostro Paese. Un appassionato e agile reportage raccolto nel volume, appena uscito in libreria ed in e-book, Quando il pane non basta. Viaggio nelle mense della carità (Ancora editrice, pagine 160, prezzo 15 euro per la versione cartacea).

Mai banale. Mai stucchevole. Con un personale stile cronachistico, l’autore guida all’interno del mondo della povertà e dell’altruismo, dimostrando come cibo e vita siano legati a doppio filo. Dal primo infatti dipende la seconda, dal pane in sostanza dipende la sopravvivenza. Ma il dar da mangiare ha anche un suo valore più profondo, connesso alla comunione che si crea tra le persone attorno ad un tavolo. Al bisogno primario di un piatto di pasta, si unisce così quella sensazione di conforto e confronto che dal cibo consumato in condivisione scaturisce. Perciò nelle mense dei poveri non si sfamano semplicemente gli affamati, si costruiscono invece fili sottili di solidarietà reciproca. C’è insomma una circolarità di dare e avere, non solo materiale, che arricchisce e sfama vicendevolmente poveri e “angeli della carità”.

Giovani, stranieri, anziani, padri separati, famiglie. Sono questi i volti che da alcuni anni riempiono le mense e i centri d’ascolto; le categorie bistrattate dalla crisi più di altre. Le loro storie testimoniano le contraddizioni della società, ma parlano anche di errori personali che fanno rotolare velocemente nell’indigenza. Così nel volume trovano spazio, accanto alle vite complicate dei bisognosi, anche testimonianze e tessere di quel tessuto della generosità che rende l’Italia un Paese dal cuore grande. Sono “luoghi cruciali in cui la narrazione corale di piccole storie assurge di per se stessa alla categoria di pamphlet, di denuncia sociale”. Nel plaudere alla scelta significativa dell’osservatorio delle mense, il fondatore di Sant’Egidio ed ex ministro dell’Integrazione, Andrea Riccardi, aggiunge anche che il libro “dà voce a milioni di persone che si sentono dimenticate, ma anche a migliaia di volontari che camminano al loro fianco”.

 

ALESSANDRO CASANICA
GLI ABISSI DELL’IGNOTO

“Gli abissi dell’Ignoto”, libro di poesie scritto dal reatino Alessandro Casanica. Un libro intimista nel quale si affronta la vita in tutte le sue sfaccettature, poesie che trasudano di vita vissuta, dall’infanzia ad oggi, passando per l’adolescenza. L’adozione, l’inquietudine giovanile, ma anche la voglia di poter sorridere dopo tanta sofferenza, così come sta facendo oggi arrivato all’età di 30 anni.La vita che lo ha dapprima fatto scendere negli abissi della solitudine poi è stata capace di risollevarlo verso la luce del sole che oggi lo scalda, abbracciandolo, con lo sguardo rivolto verso un futuro ricco di speranza.

 

BIANCA MARIA SIMEONI
CONFITEOR  POESIE

Bianca Maria Simeoni, nata a Rieti, vive e opera a Roma. Ha conseguito il Diploma di laurea in Assistenza Sociale. Ha esordito nel 1998 con “Verso Dove” – il Ponte Italo-Americano – New York – di cui si sono interessati, tra gli altri, Pino Amatiello, Salvatore Chiodo, Renato Civello, Salvatore Di Marco, Cinzia Emmi, Beppe Jovine, Laura Liberati, Mario Luzzi, Mario Mazzantini, Maria Racioppi, Lina Riccobene, Vincenzo Rossi, Flora Salveti, Alexander Serghievskij, Maria Luisa Spaziani, Riccardo Sgroi, Calogero Vetro.

Vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti nei concorsi a carattere nazionale e internazionale ai quali partecipa da qualche anno. Sue poesie sono state inserite in numerose antologie di autori selezionati per le scuole di Roma e provincia. Alcune sue composizioni sono state tradotte in francese da Jacques Stani, in inglese da Mario Mazzantini, in spagnolo da Silvana Famosi, in albanese da Visar Zhiti.

PREMIO EUROPEO DI POESIA E SAGGISTICA “OMAGGIO A GENNARO MANNA”
OPERA VINCITRICE ASSOLUTA:PREMIO PUBBLICAZIONE

 

PAOLO ROTILIO
LA NOTTE IN CUI MORI’ NERO WOLFE

Dal 1969 al 1971 la Rai trasmette le dieci puntate dello sceneggiato dedicato a Nero Wolfe, investigatore americano. In quello stesso periodo a Rieti, città dove non accade mai nulla, viene commesso un omicidi. Il caso viene seguito da Bonaloni Ernesto, maresciallo di Polizia “in pieno e coscienzioso servizio”.

Una serie di indizi curiosi e surreali portano il maresciallo e il suo fido collaboratore D’Antonio a scontrarsi più volte con la figura del detective Nero Wolfe. Rieti si ritrova all’improvviso al centro di un colossale traffico internazionale di antichi oggetti d’arte.

Contemporaneamente avvengono un rapimento e un omicidio, e il tutto andrà a scuotere la monotonia della Questura cittadina, al momento dei fatti frequentata solo solo da Tullio la sbrògna. Solo una mente raffinata, Oltreoceano, sarà in grado di ricollocare al loro posto i tasselli di un puzzle altrimenti irrisolvibile, trovando proprio nel maresciallo Bonaloni e nel suo collaboratore dei preziosi e insostituibili alleati. E allo stesso tempo, chiuderà un capitolo doloroso del proprio passato.

Il romanzo è liberamente ispirato al personaggio di Nero Wolfe creato da Rex Stout. La notte in cui morì Nero Wolfe ha tutti gli elementi di un giallo, arricchito però da un pizzico di umorismo. Mescolati insieme, i due portano a un gioco muovo di equilibri tra suspense e sorrisi.

 

OTTORINO PASQUETTI
LO ZUCCHERO IN BOCCA E LA RIVOLUZIONE NEL CUORE

Questa è la storia di Emilio Maraini e di ciò che riuscì a creare nel territorio reatino, ma anche nazionale. Una storia cela una vita di passione coraggiosa e di rispetto per gli ideali, il lavoro, la politica e la gente.

La vita di Maraini l’ho poi vestita di un’altra esperienza che pure narro: quella della Piana Reatina. Venuto nel Rapa da lontano, Maraini con il Principe Potenziani, fece accettare ai mezzadri, i Feccenna, i Magnauntu, i Cicorilli, i Bonilli, la novità della barbabietola con cui produsse il primo zucchero italiano. Così fondò l’industria reatina e intrecciò la sua vita con quella di chi abitava nei casali, con Karlomarx, don Laudelino e don Gioacchino, personaggi di pura fantasia, che mi hanno preso il cuore avendoli collocati al centro di episodi realmente accaduti.

Perciò Lo zucchero in bocca e la rivoluzione nel cuore è il racconto che riguarda soprattutto lo Svizzero, sua moglie Carolina e il Principe, ma anche i mezzadri, i proprietari terrieri, gli operatori re gli industriali dello Zuccherificio, che sognando il rinnovamento e la giustizia, andarono alla ricerca di un’intesa per vivere insieme. Tutti in pace.

 

AUTORI VARI
GOCCE DI SPERANZA

In vendita su Amazon l’antologia “Gocce di Speranza” l’antologia edita da Amarganta, nella quale sono contenuti racconti, riflessioni e pensieri di chi ha voluto dare un piccolo grande contributo ai paesi terremotati di Amatrice ed Accumoli.

All’interno dell’antologia quattordici autori:
Pier Luca Aguzzi  con “Pakalin e la speranza di volare anche senza ali”
Luigi Bernardinetti  con “Immagini dal passato”
Luca Urbani Blasetti  con “In bicicletta”
Mattia Caroli  con “Speranza, eterna viandante”
Stefano Ciancarelli  con “L’incontro”
Fabio Cicolani  con “Allo specchio”
Ilaria Faraone  con “Riflessioni”
Roberto Ferrari  con “Aziza”
Gabriella Gianni  con “Uliana e le sue sorelle”
Aldo Lafiandra  con “Riflessioni”
Elisa Masotti  con “Riflessioni”
Michele Milone  con “Elpidia e lo zaino verde”
Francesco Rinaldi  con”Il ciliegio di Adila”
Catiuscia Rosati  con “Riflessioni”

Il libro antologia arricchito dal metodo Caviardage di Tina Festa con la copertina realizzata da Matilde Fallerini è acquistabile su Amazon oppure contattando tramite email l’Associazione Amarganta all’indirizzo:  associazioneamarganta@gmail.com in vendita su Amazon l’antologia “Gocce di Speranza” l’antologia edita da Amarganta, nella quale sono contenuti racconti, riflessioni e pensieri di chi ha voluto dare un piccolo grande contributo ai paesi terremotati di Amatrice ed Accumoli. L’intero ricavato della vendita è stato devoluto ai paesi reatini colpiti dal sisma del 24 agosto.

 

ONORINA DOMENICONI
IL TUO NUOVO SI

Il fallimento di un matrimonio, una lenta e tormentata crisi coniugale, una inesorabile sfilza di problematiche che minano il rapporto all’interno di una coppia sono spesso così destabilizzanti per l’individuo che risulta difficile superarle e, di conseguenza, tornare a vivere.

Analizzare le tappe che hanno portato alla crisi, ripensare alle scelte fatte, alle motivazioni, ai sentimenti, ai moneti di sconforto e disinganno e a quelli di gioia e benessere. La tentazione di cancellare tutto e subito è forte, ma non è la strada giusta. Riflettere intensamente su ciò che si è vissuto per trarne insegnamento , per rileggerlo in positivo,  per perdonare e perdonarti, è il percorso lungo il quale l’autrice, Onorina Domeniconi, ti guiderà con competenza ed esperienza. passo dopo passo imparerai a dare un significato nuovo al tuo passato e a lasciarlo finalmente andare, imparerai a usare a tuo vantaggio ogni evento che ti sia capitato , a controllare la tua mente e le tue emozioni, a ritrovare nuovo slancio ed entusiasmo per affrontare il presente, la tua vita qui ed ora.

A te stesso devi tutta la tua attenzione e il tuo amore: preparati al tuo nuovo Sì!

 

NOEMI ALOI
PROFUMO D’OSSESSIONE

Noemi Aloi nasce a Rieti nel 1997, ha collaborato in vari spettacoli teatrali tra cui “Le Beccanti”, “Edipo Re” e “Il Decamerone”. Profumo d’ossessione è la sua prima raccolta poetica.

Raccolta di poesie “Profumo d’ossessione”

Mi perdo nei colori dell’orizzonte,
nelle alte vette che sembrano toccarlo,
in quella luce che lo riscalda.
Mi perdo nell’orizzonte,
nelle nubi soffici e pulite
imperfette ma uniche.

 

AMEDEO GRAZIANI e FELICE PANICONI
SPEDIZIONI

Dopo Demotica, un interessante, articolato e complesso libro di poesie, Felice Paniconi, torna alle stampe con Spedizioni, il suo ultimo testo realizzato insieme a Amedeo Graziani, pittore di Antrodoco. Il libro è formato da quadri e brevi poesie, fulminazioni quasi, espressioni che toccano direttamente il mondo dell’arte e della vita. L’arte conserva nelle vene / tutto l’alfabeto è la frase posta in quarta di copertina e che può sintetizzare e tentare di spiegare tutto il libro. Nella prefazione infatti si legge: Solo l’arte può dare una risposta alle domande che il nous postula; solo l’arte può quindi dare quelle risposte che ogni persona si pone, la ragione cambia i suoi valori nel tempo e nello spazio mentre l’arte, la pittura e la poesia in questo caso a braccetto, è libera e, strettamente connessa alla bellezza e al linguaggio, ha la capacità di andare oltre, di scandagliare, di esplorare quei meandri oscuri dell’animo umano in un’interessante avventura semiotica.

Il messaggio del libro, giocato su una lingua complessa e difficile, moderna e antica insieme potrebbe essere proprio quello di lasciare una traccia, un segnale per quelli che verranno e poter leggere e interpretare questi tempi confusi e incerti sapendo però con certezza che la verità sta dentro, nelle vene, e che deve essere trovata con l’ausilio dell’arte. Sfogliando le pagine si trovano espressioni latine come limen, absentia, homo erectus, sine, parole della tradizione italiana a partire dal medioevo conversari, s’inciela, canoscenza, ponzate e termini nuovi inventati dal poeta intuslegere , finiture. Nell’ultima pagina del testo, in un ritratto che sembra appena abbozzato ma che rende bene l’immagine del pittore Lin Deljia (maestro di moltissimi pittori reatini ed anche di Amedeo Graziani), si legge mente non ha il mondo / è la ragione vana / ma l’arte l’universo quadra.

Il libro è stato presentato a Rieti giovedì 20 dicembre 2012 presso la Biblioteca dell’I.I.S. (Ragioneria) di Rieti dal Dirigente Scolastico Maria Rita Pitoni e da Gianfranco Formichetti insieme a un numeroso gruppo di studiosi, studenti e docenti. Il Dirigente ha sottolineato l’importanza della cultura e dello studio ricorrendo anche a riferimenti filosofici suggeriti dal testo. Il prof. Formichetti si è soffermato sui quadri e sugli aspetti stilistici ( le figure retoriche, l’attenzione al linguaggio…) evidenziando la complementarietà tra i disegni e le parole (poesia in prosa) che insieme riescono a raggiungere profondità e bellezza.

 

RICCARDO PARIBONI
DIPLOMANDI

Il libro parla di 3 ragazzi all’ultimo anno del liceo classico. Il liceo in argomento è il Terenzio Mamiani, uno dei migliori della capitale. Ambientato nella zona nord della capitale, vede coinvolti 3 universi completamente agli antipodi tra di loro.

Dalla figlia di papà, che si aspetta sempre di più degli altri, da una ragazza brillante figlia di persone normali, e da un ragazzo molto intelligente che non può permettersi a livello economico di competere con gli altri alunni della scuola.

Una storia principalmente di amicizia, concetto che va scomparendo ai giorni nostri, ma anche di amore e di perdono, di sbagli e di chiarimenti. Una storia ricca di sentimento, scritta in maniera semplice e scorrevole. Un mix di oggi e di ieri, con un filo conduttore che lega l’autore ai personaggi, sperando di coinvolgere gli eventuali lettori.

 

TIZIANA TERZI
FORSE PERCHE’

Durante una gita occasionale una turista s’innamora, sul calar della notte, di un paesino medioevale cullato dai monti e illuminato dal tramonto.

Poco dopo vi si trasferisce facendo del posto la sua dimora, ma quella che sembra una parentesi tranquilla della sua vita si trasforma in un incubo ossessionante e macabro che la porta nelle vie segrete, sotterranee e nascoste, di una storia che è rimasta sepolta nei corpi e nei ricordi. Porte celate, muri contorti e strane presenze… un corridoio labirintico del quale non si vede la fine..

Un thriller tratto da una storia vera, che vuole rendere giustizia alla sua vittima attraverso la verità degli accadimenti… perché il buio anziché nascondere, a volte, evidenzia…

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VINCENZO SCASCIAFRATTI
LETTERE DA CEFALONIA DEL S.TENENTE RENATO CALABRESE

Il volume costituisce il risultato di un progetto promosso dall’Associazione Nazionale «Divisione Acqui», sez. di Rieti (Reduci, Famiglie dei caduti e dei reduci di Cefalonia e Corfù), Ente con personalità riconosciuta che ha il compito statutario di preservare la memoria dei fatti verificatisi nelle isole Ionie (Grecia) nel settembre 1943: ricordare quegli uomini che caddero, che sopportarono la prigionia e il lager, che combatterono per non cedere le armi a chi lo chiedeva con l’inganno e lo imponeva illegalmente con la violenza.

Nonostante la possibilità di collaborare con i tedeschi o di consegnarsi disarmati, in una situazione complicata e quasi disperata, a Corfù e Cefalonia i militari della Divisione italiana resistettero: in nome dell’onore militare e del giuramento prestato al re, per un sentimento di dignità personale e per spirito di corpo. Valori di coerenza e di fedeltà verso se stessi e verso la patria. Un contributo importante all’Italia da ricostruire dopo la guerra.

Il libro, che si presenta in bella veste grafica, realizzata dalla giovane designer reatina Ieodit Pace, era stato già annunciato nelle manifestazioni commemorative del 25 aprile 2016 tenute a Posta, paese natale dell’ufficiale Renato Calabrese, coinvolto nei tragici eventi delle due isole Ionie, tra l’8 e il 24 settembre 1943.

 

VINCENZO DI FLAVIO e ROBERTO MARINELLI
IL PALIO DI RIETI DAI TORNEI MEDIEVALI AI GIOCHI EQUESTRI DELL’OTTOCENTO

Un celebre slogan di qualche anno fa pubblicizzava un prodotto dolciario senese con la parola Palio, e l’identificazione tra Palio e Siena era ed è immediata, anche se l’Italia è costellata di Pali. La storia del Palio è un punto di riferimento fondamentale per la storia della città medievale.

E Rieti non fa eccezione in questo. Se ne aveva conoscenza, qualche studio rinviava a documenti esistenti nell’Archivio Comunale e Diocesano, mai però era stato affrontato l’argomento in maniera circostanziata. Merito di due studiosi reatini, che da anni si dedicano alla ricerca storica della nostra città con competente scientificità. Vincenzo Di Flavio e Roberto Marinelli – per la storia medievale il primo, per la moderna il secondo – possono essere considerati degni della massima attenzione.

I loro curricula annoverano pubblicazioni di importanza fondamentale per la storia del nostro territorio. Non fa eccezione il presente lavoro. Capace di riscoprire pagine tanto sconosciute quanto affascinanti che sarebbero rimaste sepolte negli archivi e che invece meritano di essere svelate.

Si parte, dicevamo, dal Palio di Rieti. Si è sempre detto che via della Ripresa si chiamava così perché in quel punto si “riprendevano” i cavalli che avevano gareggiato lungo Via Terenzio Varrone (allora chiamata il Corso). Tutto qui.  Ora scopriamo una storia antica e sconosciuta, affascinante e integrante. L’inizio è collocabile nel XIII secolo.L’abbinamento era tra processione, rito devozionale per eccellenza, e Palio, gioco laico e popolare. Nella “Città di Santa Maria”, come viene definita Rieti, l’8 settembre si celebrava la natività della Madonna.
La sera della vigilia una lunga e suggestiva processione dei ceri si snodava lungo le vie cittadine, il giorno della festa, nel pomeriggio, era la volta del Palio.

Più di un secolo più tardi, divenne il Palio dell’Assunta, perché si celebrava proprio il 15 agosto. E questa tradizione è giunta, con forti mutazioni di riferimento ad inserirsi nella storia dei carnevali del XIX secolo. La storia di una città può essere raccontata dai segni significativi che essa esprime. Il palio di Rieti è uno di questi. Lo dimostrano Di Flavio e Marinelli restituendoci uno spaccato della società civile e religiosa cittadina. Dietro quel drappo purpureo, che veniva consegnato al Podestà reatino ci può essere il segno della sottomissione di una città vicina (avviene con Stroncone).

Dietro il pagamento della cera per la processione c’è il segno dell’appartenenza delle comunità del circondario: nella processione erano rappresentati i castelli e le ville del contado, ma anche i rappresentanti delle arti, dei mestieri, delle professioni.
Le trasformazioni di una manifestazione, che coniuga l’aspetto religioso e laico attraverso il tempo, sono lo specchio dei cambiamenti politici, sociali, economici. Nel febbraio 1893, in tutt’altro contesto, la Società italiana per le strade ferrate meridionali comunicherà al sindaco di Rieti l’istituzione di un biglietto ferroviario valido per tre giorni (andata e ritorno) sulle tratte Perugia-Foligno-Civita Castellana-Stimigliano-Poggio Mirteto-Fara Sabina-Roma e Terni-Rieti-Antrodoco-L’Aquila.

Ricorda Marinelli: “L’intento era di favorire gli spostamenti in occasione delle feste d’estate che si tenevano nella città di Rieti, con particolare attenzione al cartellone del teatro Flavio, al carnevale, alle giostre, alle carriere e ai concorsi ippici”.
Ne era passata di acqua nel Velino!

 

GIANFRANCO FORMICHETTI
LA RINUNCIA

Gianfranco Formichetti è nato e risiede a Rieti. Specialista del tardo Rinascimento e Barocco, collaboratore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, ha curato l’edizione de Le instabilità dell’ingegno di Anton Giulio Brignole Sale (Roma 1984).

Ha pubblicato: Campanella critico letterario (Bulzoni 1983); Il mago, il cosmo, il teatro degli astri (Bulzoni 1985); I testi e la scrittura (Bulzoni 1992); Tommaso Campanella: eretico e mago alla corte dei papi (Piemme 1999); Caravaggio pittore, genio, assassino (Piemme 2000).

L’autore di questo romanzo ha vissuto gli anni caldi della contestazione nell’Università di Roma, dapprima come studente, poi, per alcuni anni, all’interno della facoltà di Lettere, come collaboratore della Cattedra di Storia della Critica Letteraria.

Ha conosciuto personaggi di primo piano e comprimari di quel vasto movimento che dal 1968 ai primi anni ’80 hanno dato vita a quel cambiamento che ha caratterizzato l’ultima parte del secolo appena trascorso.

LA RINUNCIA

“Una cosa lo aveva sorpreso: la rinuncia. Il desiderio di mettere fine a tutto. Non sapeva se era una resa psicologica alle circostanze, una sorta di rassegnazione per causa di forza maggiore. La rinuncia si trasformava in indifferenza: unica salvezza possibile”.

Dagli anni di piombo ai nostri giorni; dalla vita in provincia all’ “esilio” parigino; il protagonista di questo romanzo racconta una storia di speranze e di delusioni, di gioie e amarezze. Il ritorno alla terra d’origine, per tentare di ricucire uno strappo durato più di vent’anni, servirà a dare maggiore consapevolezza al senso della vita e della morte.

 

CONSUELO D’ANTONIO
PIG THERAPY

PIG THERAPY – Opportunità di inserimento negli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA)

L’obiettivo è porre l’attenzione sulla possibilità che ha il maiale vietnamita di essere impiegato nell’ambito degli IAA. Un animale che, al giorno d’oggi, sempre più spesso svolge il ruolo di Pet.
Un animale “da reddito”, ma che grazie alla sua intelligenza creativa e alle sue capacità comunicative sembra essere in grado di coinvolgere, e in certi casi di stravolgere, la vita di una persona.

 

HENNY ROMANIN
UNA VOCE DA NON SPEGNERE

Ma è solo attraverso l’amore e la passione che si possono sormontare gli ostacoli, superare le difficoltà, annullare quelle resistenze che contribuiscono a trattenere in basso il volo di un’iniziativa che, se fatta di ragione, molto ha di cuore, molto di sentimento, e che, proprio per questo, appare più autentica, più valida, più capace di produrre frutti copiosi….

Henny Romanin da “il Cicolano” 1990.

 

MASSIMO CAVOLI
ULTIMO ATTO

Massimo Cavoli, ha iniziato la sua attività giornalistica nel 1978 a Paese Sera, collaborando poi con il “Resto del Carlino” e con altre testate regionali e locali. Nel 1981 ha cominciato a collaborare con il Messaggero diventando poi giornalista professionista.

La storia breve del tribunale di Poggio Mirteto

Nelle cento pagine, introdotte da una prefazione del giudice Andrea Fanelli, corredate da foto storiche e documenti riferiti all’attività dell’ex Pretura alla quale è dedicato un apposito capitolo, il giornalista Massimo Cavoli richiama tutte le fasi – anche di acceso confronto politico tra le opposte formazioni attive a Poggio Mirteto – che precedettero l’istituzione della sede giudiziaria, ottenuta dall’avvocato Pietro Carotti che dal 1996 al 2001 ricoprì la carica di membro della Commissione Giustizia della Camera.

Nel lavoro del giornalista, realizzato in una elegante veste grafica vengono richiamati i ruoli dei protagonisti di quella intensa stagione che, per anni, ha illuso un intero territorio, prima della grande delusione causata dalla soppressione.

 

LUIGI CONTI
IL SOTTOSVILUPPO INSOSTENIBILE

Luigi Conti vive e lavora a Rieti, ha una laurea in giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e una licenza in bioetica ottenuta presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. E’ sposato con Marina Salvi ed ha sette figli.

Ecco che ritornano i problemi dell’alimentazione con il bai-passaggio dei risultati positivi della cosiddetta rivoluzione verde, evidenti nell’aumento imponente della produzione agricola e della commercializzazione dei prodotti agricoli, riportando in evidenza problemi economici graditi alle grandi company del settore. Come quelli abituali delle Sette Sorelle ( e cugine aggiuntesi nel frattempo) a far registrare la diminuzione o l’aumento, secondo volere, comodo ed interesse, dell’estrazione di petrolio, a gocce o a go-go, condizionando i mercati. Per i gusti e i piaceri degli sceicchi del Golfo e per gli stessi magnati, mentre si registra la scoperta di sempre più numerosi giacimenti, tanto da far pensare a molti che l’oro nero ci sarà fino a quando servirà, giungendo in misura abbondante anche nel momento in cui ne faremo certamente a meno, perché sostituito da altro carburante, come si sta già verificando.

Il libro di Conti, e non poteva essere diversamente, essendo stato scritto da un cattolico, apre un tempo di riflessione sulla saggezza biblica e ricorda “che l’universo appartiene a Dio, che lo crea dal nulla e senza l’aiuto di nessuno…L’uomo riceve il Creato in amministrazione dall’unico Signore e padrone dell’Universo e a lui egli dovrà rendere conto…E’ senz’altro bene che si sviluppino un crescente dibattito e una diffusa preoccupazione per la conservazione della natura, e che questo dibattito arrivi ai più alti livelli, purché non si dimentichi che la principale risorsa dell’uomo, insieme alla terra, è l’uomo stesso, la sua intelligenza e la sua coscienza, con cui egli può creare e migliorare tecniche affidabili per modificare l’ambiente naturale e l’ambiente umano in favore di tutta l’umanità e in sicurezza”.

Che Luigi Conti sia un cristiano non a parole, ma con i fatti, lo dimostra il suo amore per la vita, per l’apertura alla vita, per l’accoglienza della vita che il Creatore gli ha regalato abbondantemente attraverso sette figli, così come ben sedici ne ha regalati alla famiglia Anania di Catanzaro, che ha stupito il mondo occidentale, quando ha letto la notizia del prossimo parto della signora Rita sul Corriere della sera del’11 giugno 2013, quel nostro mondo che è afflitto dalla penuria di nascite, perché ha accolto la cultura della morte e non se ne riesce più a liberare.

Conti rammenta che “all’uomo sono stati dati sia la natura fisica sia se stesso come natura; ambedue contengono un mandato perché rappresentano un disegno, ma ben superiore è il secondo, a cui la stessa natura fisica è finalizzata. Inoltre, questa missione, questo disegno, libera l’uomo dalla schiavitù del proprio arbitrio, gli dà un copione cui attenersi e lo trasforma in custode del Creato e di se stesso, perché anche quel se stesso è creato”.

Conti infine conclude sostenendo che lo sviluppo di domani non sarà tanto una questione economica o di biologia naturale, ma innanzitutto un problema più sociale e morale in quanto dovrà riguardare lo sviluppo totale dell’uomo, di tutta l’umanità e sarà anche un problema di giustizia globale riferito a tutte le donne e gli uomini del pianeta e non a pochi privilegiati.

Il libro pare scritto per fornire materiale per un dibattito, a cui si potrà partecipare ed assistere con non poca soddisfazione, non solo scientifica e morale, ma anche spirituale, grazie ai temi tutti attuali e comunque avvincenti che esso contiene.

 

ILEANA TOZZI e ROBERTO LORENZETTI
IL PASSAGGIO CIVILE E NATURALE DELLA PROVINCIA REATINA

Paesaggio civile e naturale: un felice connubio che la Fondazione Varrone, nel rispetto dei propri fini istituzionali, ha inteso sottoporre all’attenzione della cittadinanza con l’intento di veicolare un ulteriore importante strumento per lo sviluppo del nostro territorio.

Alla notoria padronanza scientifica di Roberto Lorenzetti abbiamo chiesto di dare vita al nostro paesaggio naturalistico, elemento importante per noi e per le generazioni future alle quali abbiamo il dovere di trasferirlo in modo adeguato, possibilmente migliore di come lo abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto. Il paesaggio naturalistico, infatti, riflette elementi naturali che sono in realtà anche il frutto del lavoro di quanti ci hanno preceduto e che , con il loro spazio di esistenza, hanno saputo interagire con grande sapienza.

Uno scritto è ben cosa, ma può essere molto se contribuisce ad aumentare le consapevolezze di tutti verso quello che si sta sempre di più rilevando il nostro patrimonio principale, per il quale è quanto mai importante impegnarsi in azioni di salvaguardia e valorizzazione.
La descrizione del paesaggio civile, che connota Rieti ed il suo territorio, richiede l’utilizzo di una metodologia complessa, in grado di cogliere i molteplici aspetti che interagirono nel corso dei millenni. L’archeologia, l’etnografia, la storia dell’arte e dell’architettura, l’antropologia culturale, preziose discipline ancillari della storia, offrono il loro indispensabile contributo alla conoscenza di un passato che è avaro di testimonianze materiali poiché una sequela ininterrotta di generazioni si è qui succeduta lasciando che sulle tracce del passato sedimentassero altri diversi segni.

L’intento, perseguito, con la nota acribia di Ileana Tozzi, è stato dunque quello di individuare e suggerire una lettura del paesaggio civile come palinsesto di una storia politica, economica, sociale unica ed irripetibile, ricordando l’insegnamento di Brunetto Latini che, già nel XIII secolo, affermava “cittade èe uno radunamento di gente fatto per vivere a ragione”.
Oggi più che mai la ragione impone di non disattendere le esigenze dei nostri tesori civili e naturalistici; essi sono parte integrante della nostra vita e fedeli della storia della nostra città.

 

ILEANA TOZZI e ROBERTO LORENZETTI
RIETI E LA SUA PROVINCIA, TERRA DI SPIRITUALITA’, ARTE E NATURA

La vocazione territoriale della Fondazione Varrone ha il suo naturale punto di riferimento nella promozione dello sviluppo locale. E’ indubbio che, in tal senso, le origini del territorio assumono aspetti preponderanti proprio nel rispetto delle regole fondamentali della economia.

A tal riguardo, le fonti di conoscenza non possono disattendere le bellezze ambientali, il patrimonio artistico e le tradizioni culturali della città e dell’intera Provincia.

La presente Opera nasce proprio dalla convinzione che la riproduzione fotografica delle maggiori bellezze, naturali ed artistiche, della nostra terra possa diventare utile strumento di promozione per sostenere le nostre attività produttive.

Con questo intento il volume riflette alcuni aspetti storici della città di Rieti, segnala località della provincia note oltre i confini regionali e nazionali, sollecita l’attenzione su altri luoghi, probabilmente meno conosciuti, ma senz’altro importanti, del nostro scenario socio-turistico.
Tutto questo, fortemente convinti che le bellezze naturalistiche, espresse nelle forme più appropriate, possono rappresentare potenzialità atte a dar vita a concreti progetti di sviluppo a beneficio dell’hinterland interessato.

Sono chiari, quindi, i motivi per i quali la Fondazione Varrone, insieme alla propria società conferitaria – Cassa di Risparmio di Rieti – ha inteso dare alle stampe un volume fotografico del tutto nuovo, sia nella ricerca delle immagini, che nella tecnica di riproduzione, e che qualifica, in maniera veramente apprezzabile, l’impegno della Editrice “L’Orbicolare” che intendiamo ringraziare sentitamente per la professionalità con la quale ha portato a termine il progetto fotografico.

Vogliamo augurarci che il nostro territorio, forte dello “spirito sabino” ancorato alla invidiabile saldezza morale ed alla tenacità operativa della propria gente, possa avere, in questo volume, un ulteriore valido mezzo di comunicazione attiva dei “nostri tesori” allo scopo di creare i necessari momenti propulsivi attraverso l’importante volano del turismo.

 

FRANCESCO BUTTARELLI
IL PRINCIPE LUDOVICO SPADA VERALLI POTENZIANI ALEMANNI

Francesco Buttarelli, docente di lettere presso le scuole secondarie di secondo grado, ha dato alle stampe “Storia dell’Europa Unita”, “Un attimo di Poesia”, “Saggio storico sulla figura del Papa Innocenzo III”, “Gabriele D’Annunzio poeta, scrittore e uomo di teatro”, “Il Brigantaggio in Sabina nel XV e XVI secolo”, “L’Antica via Salaria”. Poeta, saggista e ricercatore.

Un grande storico e narratore del nostro tempo, Singer, era solito affermare che “la vita è memoria”; diviene dunque vitale per noi tutti ricordare, facendo rivivere il pensiero di quei personaggi che hanno scandito il tempo della storia.

Tuttavia, occorre schiudere le porte del passato con rispetto, poiché i ricordi riaffiorano alla mente improvvisi e le soglie varcate ci riportano il calore della vita ma anche il freddo di chi a torto, è stato dimenticato. Per troppo tempo, i condizionamenti ed i retaggi di quella che fu l’immane tragedia del secondo conflitto mondiale, con la triste appendice della guerra civile, non hanno consentito una visione chiara ed obbiettiva degli eventi, condizionandoci a tal punto da impedire persino l’analisi critico-storica di illustri personaggi.

Fortunatamente per noi, la storia possiede delle regole insite nel meccanismo stesso del tempo, e, come affermava il greco Tucidite; “Prima o poi, ciò che si è visto deve esser raccontato ad onore della verità e della giustizia”.

Il Principe Ludovico Spada Potenziani, necessita di una rilettura storica, non fosse altro che per il suo prodigarsi continuo in favore della Patria e della sua amata terra Sabina. Questo nobile uomo, conobbe nel corso della sua lunga ed avventurosa esistenza, re, capi del governo, presidenti, militari, scienziati e uomini dell’alta finanza; inoltre il principe ebbe colloqui con personaggi che influenzarono e spesso modificarono il corso della “grande” storia, e tutto ciò potè avvenire grazie alla sua innata capacità di credere nella missione che ogni individuo è chiamato a compiere al cospetto dell’umanità. A volte giocò delle carte avventurose, ma non si entra nel “regno dei temp” senza rischiare nulla, e la fortuna in questo caso gli fu benigna, quella stessa fortuna che vince le avversità e bacia la fronte dei prodi, permettendo ad Ulisse di tornare ad Itaca e ad Enea di fondare Roma. Il Principe Ludovico conosceva a fondo l’animo dei Sabini, sapeva pregi e difetti dei nazionalisti, dei socialisti, dei borghesi satifondisti e dei nobili; per tutti questi motivi potè partecipare ad ogni tipo di attività con competenzam sino a giungere al Governatorato di Roma.

Al fine di poterci addentrare nei segreti di un lungo e complesso periodo storico, ripercorrendo insieme la storia di questa blasonata famiglia, si da individuare i momenti e gli avvenimenti fondamentali che resero i Potenziani parte viva della città di Rieti e della Sabina. Al tempo stesso potremmo porci degli interrogativi, dubitare di alcune notizie o elaborare nuove teorie; e così facendo (come affermava Tacito) daremo anche noi il nostro contributo alla storia.

Ludovico Potenziani incornò il nobile uomo politico che seppe unire alla esemplare saggezza amministrativa il profondo amore per il progresso soprattutto nella riforma delle domestiche aziende e din particolar modo al continuo crescente sviluppo dell’agricoltura. Egli fu un pionere strenuo ed incontrollabile di ogni o qualsiasi nuova manifestazione che potesse apportare un beneficio ai progressi dell’agricoltura nazionale. Il Principe ereditò dai suoi antenati una sapienza ed una modestia che gli permisero di essere sempre, dovunque e con chiunque un uomo d’onore pronto ad aiutare il prossimo, ma al tempo stesso, fermo e risoluto nei principi verso i quali ispirava la propria esistenza. Il suo silenzioso, costante, tenace operare gli guadagnò la fiducia di Mussolini che lo innalzò a primi magistrato di Roma Imperiale.

Non ricoprì mai cariche ministeriali, ma la storia insegna che i grandi uomini spesso venivano soltanto consultati da chi deteneva il potere, ma quei colloqui sovente determinavano la storia ed il cammino delle civiltà. Ludovico Potenziani non fu mai una “eminenza grigia” di mussolini (era troppo intelligente per esserlo), rappresentò tuttavia un costante punto di riferimento a cui approdore prima di prendere importanti decisioni, poiché se decidere è arduo, lo è ancor più consigliare.

Il questa vestem il Prinicpe Potenziani poteva egersi al ruolo di Super Partes, una condizione che non sempre gli sarà riconosciuta, impedendogli in un passato recente, di rendersi ancora utile alla sua amata terra Sabina.

 

SUELE TOSONI
INTRAPPOLATI NEI MIEI PENSIERI

“Intrappolati nei miei pensieri” di Sueli Tosoni, edito Chillemi, è un diario intimo che diventa Canzoniere, versi che diventano sempre più maturi col trascorrere degli anni. In questa sua raccolta Sueli Tosoni si racconta e si mette a nudo.

È veramente poesia che sgorga dall’anima, dal sostrato più intimo e sognante dell’universo dell’autrice, che non si rifà ad alcuna scuola espressiva, ad alcuna corrente letteraria, attingendo soltanto al vissuto, al pensato, all’immaginato, al desiderato, al fiume di sogni e sentimenti che si agitano nel cuore di ogni essere umano, con le ingenuità, le disillusioni, i dolori propri del vivere quotidiano.

 

SUELE TOSONI
RICHIESTA D’OSSIGENO

“Richiesta d’ossigeno” è il secondo libro di poesie dell’autrice reatina Sueli Tosoni.

Continua il girar confuso e attento nel mio intimo universo allo scopo di scoprirmi e capirmi. Con la speranza di raggiungere il mio obiettivo: comprendere ciò cui sono destinata o a quello che desidero destinarmi.

“Richiesta d’ossigeno”, edito Associazione Onlus La Lokomotiva, è un proseguo del percorso che l’autrice ha iniziato con “Intrappolati nei miei pensieri”, dove la sua parte più intimista e riflessiva emerge dal mare facendosi montagna e lasciando al lettore la sensazione che il gioco della vita non sia finito neanche quando si crede che sia troppo grandi per sognare.

 

SUELE TOSONI
MESSAGGI NEI SOGNI

“Messaggi nei sogni” è la silloge poetica della reatina Sueli Tosoni, edito Mora editrice. Una poetica intimista, che avvicina il lettore all’io interiore, per rinfrancarlo nella convivialità di temi assoluti e universali. “Scrivo solo per ricordarmi, ogni volta che rileggo le mie poesie, l’emozione che ho provato in quel preciso istante. Per non lasciare morire dentro ciò che provo.

È come se ogni volta volessi aggrapparmi di nuovo a quella boa, per non perdermi nella razionalità e per non dimenticare il dialogo interiore.

Sueli Tosoni è nata a Rieti il 30 aprile 1990. Riceve il diploma del corso pratico di poesia promosso dalla rivista letteraria internazionale Storie All Write. Ha scritto sulla rivista “Sentire” n. 23/2014. È stata selezionata per essere tra i cinquanta autori della seconda edizione dell’Antologia poetica “Il cammino della Poesia” a cura di Elio Pecora. Ha pubblicato il suo primo libro “Intrappolati nei miei pensieri” nel 2014, con l’introduzione di Giacomo Caruso. Nel 2016 ha pubblicato “Richiesta d’ossigeno”.

“Messaggi nei sogni” è il terzo libro di poesie di Sueli Tosoni. Lo stesso è stato presentato alla Fiera del Libro di Torino 2017.

 

SANDRO PASQUINI
IL LUNGO PASSATO DI UNA GRANDE ILLUSIONE

Sandro Pasquini ha insegnato nella scuola elementare e media dal 1963 al 1974 e successivamente filosofia e storia nei licei Scientifico e Classico fino al 2009.  Dal 2009 docente di filosofia all’Università della terza età di Rieti. Ha svolto attività politica 1966-1994 nel Psi, Pci-Pds. E’ stato consigliere provinciale dal 1980 al 1983, consigliere al comune di Rieti dal 1977 al 1993 e assessore allo sport nel Comune di Rieti dal 1988 al 1990.

IL LUNGO PASSATO DI UNA GRANDE ILLUSIONE

Un libro ci accompagna per tutta la vita. E’ quello che tutti vorremmo scrivere, con le parole delle nostre sensazioni senza tempo: avvertite con il cuore o pervase dalla ragione o declinate sulle emozioni.
Le parole si rincorrono nel tempo inseguendo fantasmi suggestivi che sanno rinnovarsi sempre e ovunque: basta un pretesto, un’occasione. La letteratura ne è piena: dalle chiare acque di Petrarca ai falò delle Langhe di Pavese, dalle maddalenine di Proust ai limoni di Montale. Chi nasce in paese ha un senso diverso dell’esistere.

“I piedi del borgo e la testa nel mondo” diceva Domenico Petrini. Sintesi di straordinario valore esistenziale, che sa ben coniugarsi con questo diario di vita di Sandro Pasquini. Il professore c’è riuscito a scrivere il libro che tutti sognano.

Un diario di vita che sa di brume nebbiose e di canti di mietitori, di festività natalizie e di penitenze quaresimali. Sul filo sottile della nostalgia si dipana i momenti dell’infanzia felice, dell’impegno adolescenziale e giovanile. I momenti esaltanti che ti fanno pensare che quella è la strada maestra.

E poi quella certezza comincia a non essere più solida come un tempo, anzi si sfalda sempre più e assume i contorni di una grande illusione. Sandro Pasquini con grande onestà intellettuale mette a nudo vicende nelle quali è stato protagonista, e senza mezzi termini analizza uomini e fatti che hanno caratterizzato la vita politica degli anni Settanta-Ottanta della nostra città.

Questo libro è uno strumento di conoscenza che tutti dovrebbero leggere.       Gianfranco Formichetti

 

MARCO TRAVAGLINI
ALFABETO PER LA CREAZIONE D’IMPRESA

Marco Travaglini, classe ’77, laureato in Matematica, diplomato Executive MBA al MIP di Milano, imprenditore in prima persona e consulente aziendale, specializzato nella progettazione di startup, sviluppo PMI e fundraising, ha in attivo più di 100 business plan di startup, spin-off e punti vendita.

E’ fondatore e CEO di necto Holding S.p.a., startup innovativa con la vocazione di lanciare iniziative imprenditoriali vicine al mondo dello small business: tra le varie spicca Circuito Virtuoso, che intende diffondere un metodo e soluzioni per lo sviluppo e l’ampliamento delle micro imprese italiane affette da nanismo e limitazione economico-culturale.

La sua volontà è quella di contribuire alla semplificazione del sistema imprese in Italia, offrendo metodi e comunicazione semplice per rendere le cose a portata di tutti. Il suo sogno è poter sviluppare una nuova cultura imprenditoriale legata a logiche di consumo intelligente e di investimenti a lungo termine.

ALFABETO PER LA CREAZIONE D’IMPRESA

In un timing in cui si parla sempre di “cosa fare”, con focus intenso su tecnologia e innovazione dell’imprenditoria, Alfabeto per la creazione d’impresa mette a fuoco il “come”, centrando l’attenzione sul metodo e il processo.

Come un mentor virtuale, attraverso la figura dell’”architetto d’impresa”, questo manuale approccia in maniera pratica e “quotidiana” tutti i passaggi, comprensivi di soluzioni alle più frequenti problematiche che si incontrano nel fare impresa, accompagnando il lettore dalla pre-fattibilità dell’idea d’impresa alla progettazione, la costruzione e lancio di una startup.

Pochi accenni alla legge o al “teorismo” puro di chi dice sempre “cosa” e non sa “come” ma tanto diquello che accade nella competizione sul territorio per tutti i settori, commodity e innovativi.

Con attenzione particolare all’informazione relativa alla figura dell’imprenditore moderno, pilastro di ogni startup di successo, il volume si immerge con linguaggio semplice in una tra le più attuali e rilevanti tematiche del panorama economico nazionale, su cui in tanti puntano per un rilancio del sistema imprenditoriale e per contrastare la disoccupazione, offrendo spunti e considerazioni importanti anche per il territorio.

 

VINCENZO MARCHIONI
Lu piccarittu, commedia in due tempi in vernacolo reatino, seguito de “Lu Piccaru” di Pier Luigi Mariani

Vincenzo Marchioni, Insegnante di Disegno e Storia dell’arte, vive e lavora a Rieti. Pittore, scrittore, regista e attore di teatro. Ha fondato, nel 1977 il “Piccolo Teatro Città di Rieti”. Consigliere Nazionale del T.A.I. (Teatro Amatoriale italiano).
E’ stato poeta vernacolare e in lingua. Ideatore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi per emittenti locali. E’ stato socio onorario dell’Accademia Culturale “Il Tizzone”.

LU PICCARITTU

COMMEDIA IN DUE TEMPI IN
VERNACOLO REATINO
Seguito de “Lu Piccaru” di Pier Luigi Mariani

 

FRANCO STELLA
PIER LUIGI MARIANI TEATRO IN VERNACOLO REATINO

La storia del teatro dialettale reatino affonda le sue radici nella tradizione della quotidianità che, alla fine degli anni quaranta, Pier Luigi Mariani e “Piccola Scena” portarono alla ribalta del Flavio Vespasiano. Fu subito un grande successo, e non poteva essere altrimenti vista la caratura del commediografo e degli attori che recitavano.

L’amore ‘ncagnarellu, la commedia d’esordio del vernacolo teatrale, fu rappresentata il 14 settembre 1949: protagonisti Wanda Pitoni, nel ruolo di Geltrude, e Dario Nerici, in quello di Peppe; esordio migliore non poteva esserci.

A distanza di cinquanta anni dal debutto del primo gruppo teatrale reatino abbiamo voluto accogliere la proposta che Franco Stella, altro personaggio tutelare della teatralità reatina, ci ha fatto per le commedie di Pier Luigi Mariani.

In questo mezzo secolo la storia del teatro dialettale reatino si è arricchita a dismisura; oggi sono dieci i gruppi che portano sulla scena la musa vernacolare. Il pubblico reatino segue con grande partecipazione le rappresentazioni teatrali; sono nati moltissimi nuovi autori che hanno rinvigorito la produzione dialettale.

I gruppi teatrali sono divenuti interessanti centri di aggregazione, che riescono a coinvolgere anche i più giovani. E questo è certamente un punto rilevante a favore della cultura dialettale.
Un sincero ringraziamento a Franco Stella, attento curatore di questo volume, che, con solerte acribia filologia, ha saputo ricostruire l’opera del primo esponente della teatralità dialettale reatina.

In questo volume sono raccolte non solo le opere del teatro dialettale di Pier Luigi Mariani (L’amore ‘ncagnarellu, Lu piccaru, Lu cuccumellu, Riète méa), ma anche alcune delle canzoni più famose del sodalizio che Mariani strinse con Giovanni Marconicchio, raffinato musicista e suo grande amico.

Siamo coinvolti che questo volume sia un contributo significativo alla conoscenza di un autore che è stato la pietra militare della tradizione teatrale vernacolare reatina. Rieti, giugno 2006.
Avv. Innocenzo de Sanctis

 

ROBERTO MATANO
A ROBE’, LUCIO BATTISTI LA NASCITA DI UN MITO

Roberto Matano esordisce come cantante nel 1955 con il quartetto di Luciano Fineschi, dopo esperienze nelle Orchestre di Dora Musumeci e Milleluci di Roma, diventa nel 1958 il cantante dei Campioni, gruppo con cui incide decine di dischi ed effettua diverse tournée italiane ed estere.

Dal 1963 alterna all’attività coi Campioni, quella di solista registrando numerosi 45 giri per diverse etichette. Tra il 1964 e il 1966 si occupa della carriera di un giovane chitarrista-autore di nome Lucio Battisti con cui instaura un rapporto di profonda amicizia.

Nello stesso periodo avvia l’attività di produttore e talent scout prima per la Durium e poi per altre etichette.  Pur non avendo mai interrotto la sua carriera di cantante e produttore, ha collaborato a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche come consulente musicale. Questo è il suo primo libro.


Ho conosciuto Roby Matano quattro anni fa, poco prima della morte di Battisti. Conosciuto e scoperto, perché fino ad allora non avevo sentito parlare di lui. Una mia lacuna.
Roby, infatti, come ho appreso successivamente, è personaggio arcinoto nei migliori ambienti musicali e discografici: un’attività ultraquarantennale come caporchestra, produttore, organizzatore.

Ed io che tanto vado fiero dei miei trascorsi di sassofonista, ammettendo di non averlo frequentato, indirettamente confesso il mio mancato accesso dell’epoca ai piani alti dello spettacolo. Perché Matano era realmente un inquilino dello star-system della musica italiana: un artista che si muoveva tra Mina e il Clan di Celentano, sempre oggetto di stima ed affetto sinceri, come di rado accade in quei territori.

Ma Matano è fatto di pasta non comune: un galantuomo d’altri tempi inserito in un’epoca e in habitat fertili per lupi e briganti. Pertanto bersaglio spesso immobile di torti grossolani ed acuminate ingratitudini. Se non altro di lui tutti conservano un’opinione eccellente.
Ha il dono naturale di piacere a chiunque ami la gente semplice e pulita: io ne approfitto e lo invito a partecipare ad ogni mio programma musicale.
Con riscontri preziosi. Alcuni esempi: Pasquale Panella lo adora e Aldo Grasso, l’autorevole ed esigentissimo critico televisivo del Corriere della Sera, per due volte nella sua rubrica ha magnificato Matano come narratore simpatico e coinvolgente.

Ricordo Teo Teocoli, in un pomeriggio di un paio di anni fa, interpretare per un pubblico di soli amici l’imitazione spassosa di Roby Matano, appassionato ed ingenuo pigmalione di uno spaesato Lucio Battisti. Perché il nome di Matano resta soprattutto associato a quello del giovane chitarrista dei suoi Campioni. E questo libro ne è testimonianza tenera ed intensa.
Per realizzarlo Roby si è fatto aiutare da persone perbene quanto lui: come Michele Neri, il più generoso ed altruista dei biografi di Battisti. Persino l’editore del libro è noto per la spigolosa genuinità: Don Backy. Non poteva scaturirne che un atto d’amore a tutto tondo.
E’ il lettore che si accorge fatalmente che manca un finale adeguato alla storia: quel segno di riconoscenza che malattia e morte verosimilmente hanno impedito. Roby Matano fa parte della memorabile serie degli inediti di Lucio Battisti. Una canzone incompiuta.    Michele Bovi

 

ANTONELLO RIVA
DOPPIO ASSIST, DUE VITE A CANESTRO

Antonello Riva nasce a Lecco nel febbraio 1962.
Si avvicina al basket all’età di 10 anni e trascorre ogni istante libero sui campi dell’oratorio. Nel 1978 fu notato dai dirigenti di Cantù e si trasferisce nel loro vivaio, dove rimarrà per 13 anni. Con Cantù vince 1 Scudetto, 2 Coppe delle Coppe, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale.
Nel 1989 viene ceduto all’Olimpia di Milano per la cifra record di 7 miliardi di lire. Sfiora uno scudetto perso in finale contro Caserta. Vince una Coppa Korac. Nel 1994-95 gioca nella Scavolini di Pesaro per due stagioni e poi si trasferisce a Gorizia in A2, dove raggiunge la promozione in A1 nel ’97. Nel 1998 ritorna a Cantù e nel 2000 supera il record di punti segnati: 13.963, battendo il detentore Oscar. Diventa così il miglior realizzatore di ogni tempo nella storia della pallacanestro italiana.
Nel 2002 va a Rieti in B eccellenza e gioca nella stessa squadra con il figlio Ivan.
L’anno successivo è promosso in Lega2 e durante quel Campionato, a dicembre, smette con il basket “giocato”.

Esordisce in Nazionale nel marzo 1981, partecipa a tutte le manifestazioni internazionali, vincendo la Medaglia d’oro agli Europei di Nantes e l’argento a Roma.
Nel 1984 è alle Olimpiadi a Los Angeles con l’Italia che si piazza al quinto posto e viene inserito nel miglior quintetto della manifestazione con Michael Jordan.
Alcuni dirigenti NBA si interessano a lui. Nell’inverno successivo subisce l’infortunio al ginocchio e vede sfumare il sogno americano.
Antonello Riva detiene il record di punti segnati in una sola gara in maglia azzurra: 46 punti durante Italia-Svizzera ed è il miglior realizzatore in Nazionale con 3.785 punti. Tutti i suoi record personali sono ancora imbattuti.

 

ELSA BOSCARDINI
DOLORES FIGUEROA Y SOLIS, LA ESPOSA DE MATTIA BATTISTINI

Elsa Boscardini, Viveva a Rieti ove operava in campo culturale e sociale: è stata socia fondatrice dell’Istituto <> centro di ricerca e documentazione della cultura tradizionale, ha contribuito alla nascita del Movimento di Cooperazione Educativa, del Servizio Scolastico in Ospedale e del Movimento Federativo Democratico – Tribunale per i Diritti del Malato a Rieti. Ha curato rubriche radiofoniche e televisive per emittenti locali e ha partecipato a trasmissioni radiofoniche su RAI 3; collaborava a giornali e riviste. Sue pubblicazioni sono: Bambini in ospedale (1979); Un’esperienza d’insegnamento nell’Ospedale Provinciale di Rieti (1980); Una storia vera: il Presepe della Pace (1980); Mattia Battistini, breve profilo storico-biografico (1980); L’arte di Mattia Battistini (1981); Musa Reatina – Poeti contemporanei, Vol. I(1983); Il ruolo della biblioteca scolastica in ospedale (1984); Musa Reatina – Poeti contemporanei, Vol. II (1988); A Cottorella, libera figlia della natura (1990); Mattia Battistini entusiasma le platee umbre (1993); Mattia Battistini il favorito di Pietroburgo (1994); Mattia Battistini interprete delle melodie di Donizetti (1998); Dolores Figueroa y Solis la esposa de Mattia Battistini (1999).

L’idea iniziale di scrivere questo libro era di tracciare un profilo di Dolores Figueroa y Solis, nobildonna della corte reale di Spagna, che ebbe l’avventura di sposare il più famoso baritono della fine dell’Ottocento, Mattia Battistini, ma che è stata adombrata dalla grandezza del celebre marito. Scrivendo la biografia di questa spagnola, vissuta per molti anni a Collebaccaro di Contigliano, non è stato possibile evitare di parlare di Battistini e della sua grande famiglia che ha avuto un peso non indifferente nella vita matrimoniale di Dolores e Mattia, uniti per circa quarant’anni, nel bene e nel male, da grande affetto, rispetto, stima.

Dalle ricerche svolte sono emersi non solo un inedito profilo di Dolores, sconosciuta a tutti, ma anche di Battistini, svelando nei suoi rapporti con la famiglia, la religiosità, la politica del suo tempo. La ricca documentazione iconografica e d’archivio, riferita ai luoghi e alle vicende dei protagonisti, ha l’intento di salvaguardare e tramandare materiale così prezioso, di rendere più avvincente ed interessante la storia di Dolores e Mattia.

 

RENZO DI MARIO
IL FASCISMO IN SABINA

Renzo Di Mario ha pubblicato, ottenendo notevole successo anche in ambito nazionale, i libri “Viaggio nel Medioevo Sabino” e “Rieti e la Sabina agli albori dell’unità d’Italia”. E’ autore di poesie, saggi ed articoli giornalistici di storia, letteratura ed attualità, pubblicati in vari periodici ed in riviste culturali. Ha tradotto ed interpretato gli statuti medievali di vari comuni sabini.


Renzo Di Mario, in questo suo nuovo libro di storia locale, “Il Fascismo in Sabina” ha affrontato un tema scabroso e difficile, che tuttavia promette un nuovo successo, dopo i riuscitissimi e quasi ormai introvabili “Viaggio nel Medioevo Sabino” e “Rieti e la Sabina agli albori dell’unità d’Italia”.

Nel recente Convegno su “Il Risorgimento a Rieti e la Sabina”, nella mia qualità di coordinatore, ebbi modo suggerire vari altri argomenti su cui sarebbe stato bene che si fosse fermata l’attenzione degli storici di casa nostra e tra questi argomenti, perchè no, anche qualcuno che riguardasse il Fascismo.

Di Mario limitandosi naturalmente, per la vastità del soggetto, ad esaminare le origini del movimento, diventato poi regime, il suo sviluppo e la sua affermazione fino all’elevazione di Rieti a Capoluogo di Provincia. Se lo storico dice la verità, in nessun caso ha qualcosa da temere. Di questa franchezza libera da paure Di Mario ha il merito, come ha il merito di essere il primo in un cimento del genere.

Non pecca di padanteria documentaristica né di fantasticherie sbrigliate e svolazzanti, non salta di palo in frasca né perde di vista l’attinenza e l’organicità delle cose.
Non si lascia neppure prendere da frenesie né trattenere da esitazioni. Non è mai uomo di parte, qualsiasi parte, ed espone, razionalizzandola con l’imparzialità doverosa dello storico, tuttavia la verità di cui è potuto venire a conoscenza, senza risparmiarsi ma anche sensa esaltarsi, costantemente attento al rispetto dell’equilibrio, senza il quale nessuno può essere uno storico.

I fatti che sono accaduti diventano storia, e per sempre, ma tutti quelli che sono accaduti, nessuno escluso, piacciano o no, diano fastidio o no, altrimenti la storia diventa strumentalizzazione al servizio del proprio protagonismo, della propria pochezza e insipienza.
Se lo storico non sa liberarsi dei suoi risentimenti e dei suoi personalismi è un trombone che suona la marcia funebre del proprio fallimento.

Di Mario è il contrario di tutto questo. La sua dirittura è inflessibile e le sue scelte non sono mai discriminanti. La sua panoramica è ampia e il suo esame vario e complesso, toccando tutti i campi di attività e tutti i settori del costume, visti con immediatezza e nel concreto.
La vita nella società fascista, improntata e pilotata sempre ai progetti e agli scopi di un’ideologia, è tratteggiata nei suoi particolari colori e nelle sue catarsi metamorfiche.
Così la “fabbrica del consenso” appare un processo quasi scontato, che si avviluppa, calzante, agli uomini e alle cose in una crescita progressiva e macroscopica, ora informante ora deformante. Siamo certi che questo libro piacerà anche per la semplicità e la chiarezza che lo informa, per la suggestività delle scoperte o delle memorie, per la varietà dei personaggi ripescati dal fondo di un ingiusto oblio, che operano, anche se in camicia nera e con la “cimice” all’occhietto, nell’interesse della collettività e per la sua emancipazione.

Delle realizzazioni fasciste in tempo di pace Di Mario esamina pregi e difetti, con la stessa impassibile precisione ed estraneità, condanna certe deviazioni aberanti, apprezza certe impostazioni mirate alla modernizzazione delle strutture e delle funzioni.
Orizzonti e scorci epocali sono sullo sfondo di una umanità costretta ma pur sempre in divenire, stimolata al superamento di se stessa e del suo tempo. Immagini nitide, linguaggio sciolto e scorrevole.  Una lettura piacevole, da non trascurare. Affinché i vecchi ricordino con chiarezza e i giovani sappiano con verità.

 

RENZO DI MARIO
MILLE ANNI FA IN SABINA

Il libro che è strutturato in 185 pagine ed 85 illustrazioni attinenti al mondo medioevale, ha lo scopo di farci riscoprire, ripensare e valorizzare il germe vitale, l’adolescenza feconda e le tradizioni, i costumi ed i modi di vita della gente dell’Alto Medioevo nel territorio Sabino.
Particolare valenza assumono nella pubblicazione, oltre alle peculiarità storiche della città di Rieti e della sua Valle Santa, il grandioso centro solare di vita Benedettina dell’Abazia di Farfa e la Cattedrale dei Sabinidi Vescovio così ricca di fervore di opere e di fede le quali si caratterizzano nei loro secolari risvolti umani, religiosi, sociali, economici e culturali.

La tipologia delle tematiche proposte si articola nel seguente percorso:
– Una paesaggio lontano
– L’Abazia Imperiale di Farfa
– La Cattedrale dei Sabini di Vescovio
– Un bianco manto di chiese
– Fede e Superstizione
– Nel castello
– La condizione femminile
– La cura del corpo
– Il culto dei defunti
– La Valle Santa e il Messaggio Francescano

Il “Castum Asprae” che rappresenta in appendice un tipico modello di castello medioevale Sabino, vuol essere un omaggio alla terra natia dell’autore.

 

RENZO DI MARIO
RITRATTI SABINI

Propone 38 profili biografici, noti ed illustri, della più autentica identità sabina a partire Numa Pompilio e dagli Imperatori Flavi, per finire, attraverso un compatibile schema cronologico, a Lucio Battisti ed agli altri personaggi contemporanei.

Dalla rivisitazione storica di essi, mutuata da celebri modelli del passato e dalle esperienze culturali ed esistenziali dell’autore, emergono figure di Papi, Imperatori, uomini e donne di Chiesa, Politici, Sportivi, Scrittori, Poeti, Artisti e Giuristi, con loro luci e le loro ombre, i loro caratteri, le loro personalità, i loro stati d’animo e le loro scelte di vita.

Il tessuto connettivo dell’opera, è vitalizzato ed amalgamato da peculiari notazioni della maxi storia e dal supporto, appropriato e chiarificatore delle immagini.

 

RENZO DI MARIO
RIETI E LA SABINA AGLI ALBORI DELL’UNITA’ D’ITALIA

Il contributo che Renzo Di Mario offre alla storia ed alla storiografia locale con il suo linguaggio “Rieti e la Sabina agli albori dell’unità d’Italia” è di notevole interesse, per l’attenzione rigorosa ai documenti d’archivio, per il lavoro di costante vaglio critico, per il riferimento puntuale ad una bibliografia vasta ed aggiornata.

Ciò che però caratterizza il saggio e lo rende davvero utile e singolare è la capacità di sviluppare organicamente un processo di recupero storico su piani diversi, che solitamente siamo abituati ad intendere e leggere come piani paralleli, quello della macrostoria in opposizione con quello della microstoria.

Renzo Di Mario riesce a stabilire invece un’intersezione tra questi piani, da un lato reinserendo Rieti e la Sabina nel più ampio orizzonte della storia nazionale, dall’altro seguendo minuziosamente la storia che egli stesso definisce “la piccola storia della quotidianità della gente comune”, nell’intento dichiarato di “riscoprire i modi di vita, le reti relazionali, le usanze, i costumi, gli stadi d’animo, le passioni, gli umori e i sentimenti tramandati dalla viva voce di generazioni succedutesi l’una all’altra”.

Fino ad ora, del periodo cruciale qui analizzato con tanto impegno ed interesse dal Di Mario si era occupato Angelo Sacchetti Sassetti con il suo studio “Rieti nel Risorgimento italiano” (1879-1870), misurandosi da par suo nella ricerca e nell’interpretazione dei documenti; in tempi più recenti, Roberto Lorenzetti e Roberto Marinelli con “Nobili e bifolchi” hanno dato un saggio di storia sociale che contribuisce a far luce sulla temperie storica in questione.

Con il lavoro attento, organico di Renzo Di Mario si recuperano ad unità metodologica gli esiti più conviventi di entrambe le chiavi interpretative. Il libro si articola dunque in capito che, partendo dall’esaminare le condizioni storico-politiche, definiscono la struttura amministrativa dello Stato Pontificio, le condizioni sociali ed economiche all’interno del territorio reatino-sabino, indicando i primi provvedimenti delle nuove autorità all’atto della costituzione del territorio umbro-sabino, tratteggiando con finezza di stile ed aderenza storica i personaggi, specie locali, che si fecero protagonisti della vita politica ed amministrativa del nuovo stato. Particolare attenzione è prestata dall’autori e alla storia della scuola e delle istituzioni educative all’interno del vecchio e del nuovo regime: il compito relativo all’ordinamento scolastico è uno dei più intere4ssanti, gettando una nuova luce sulle condizioni sociali dei nostri conterranei, poco più di un secolo fa.

Ancora Renzo Di Mario approfondisce la sua e nostra conoscenza dei rapporti intercorsi tra le autorità ecclesiastiche, esautorate di tanta parte delle loro rendite e del loro peso politico, e le nuove autorità civili: con rigorosa attenzione, l’autore procede nella lettura dei documenti sottolineando per quanto gli è possibile gli atteggiamenti, ora prudenti, ora arroganti, assunti di volta in volta da coloro che ebbero a vivere questo periodo di aspre tensioni.

Opportunamente, a questo capitolo è collegato quello relativo al brigantaggio ed alla reazione, fenomeni che il Di Mario intende correttamente come ” un brigantaggio cronico, endemico, tracolante, determinato dalla ribellione a un preesistente, radicato ed accentuato disagio socio-economico”.

Attraverso lo studio condotto da Renzo Di Mario. dunque, recuperano visibilità storica quelle che Roberto Volpi definisce in un suo interessante saggio le “regioni introvabili”, conseguenza della centralizzazione dello Stato pontificio, si recuperano alla memoria ed alla coscienza collettiva quei soggetti storici fino a pochi decenni fa adombrati dalla storiografia tradizionale.

 

RENZO DI MARIO
L’ABATE DI FARFA, UGO IL GRANDE

Ho voluto in maniera intensa e sintetica, nel quadro di una età di trapasso e di crisi a cavallo dell’anno mille, la vicenda esistenziale di uno dei più celebri personaggi del Medioevo Sabino “l’Abate di Farfa Ugo”.

Nato ad Antrodoco da una famiglia influente e facoltosa, quale fu quella di Marsi, che dominava allora l’alta Sabina e parte dell’Abruzzo, entrò giovanissimo nel monastero di S.Quirico nei pressi di Micigliano.

Per ottenere la nomina ad Abate di uno dei più celebri monasteri benedettini d’Europa, non ci sarebbe stato bisogno, date le elevate doti di cuore e di intelletto del giovane monaco, dall’illecito versamento di una sostanziosa tangente al Pontefice Gregorio V.

Per tale peccato di simonia egli ebbe a pentirsi amaramente nel corso di tutta la vita. In uno dei periodi travagliati della storia della Chiesa, Ugo fece di Farfa uno dei centri di più alta spiritualità d’Europa; introducendo la riforma Cluniacense, le più elette consuetudini ed i più fervidi modi di vita e di genuina osservanza della regola benedettina. il monastero restaurato ed abbellito, anche nelle strutture esterne, oltre che centro di vita culturale ed operosità spirituale, sede di sontuose cerimonie liturgiche e di autentica solidarietà sociale dove si manifestava intensa la dottrina dell’accoglienza delle povere e diseredate genti della Sabina, fu meta prestigiosa e continua di importanti personaggi, Papi e Imperatori compresi.

Ugo aveva a disposizione un esercito, una flotta che stazionava a Civitavecchia, e si avvaleva di ottimi avvocati, valenti giuristi e notari che operavano nel palazzo giustizia ubicato fuori dalle mura del monastero.

Per difendere i diritti del monastero cenobita non esitò ad affrontare anche con durezza personaggi violenti e scomodi quali furono i nobili romani e i signorotti sabini di allora. Il patrimonio del monastero raggiunse con lui l’apice del prestigio e della notorietà.
A Farfa si stipularono frequenti ed utili enfiteutici e donazioni.

 

RENZO DI MARIO
VIAGGIO NEI PRODOTTI TIPICI ENOGASTRONOMICI E NELLE TRADIZIONI AGRICOLE SABINE

Il “viaggio” di Renzo Di Mario promuove i prodotti agroalimentari sabini. Un libro per tutelare le tipicità.
PROMUOVERE e tutelare le specificità dei prodotti tipici rappresenta un comparto trainante ed uno dei motivi peculiari per rilanciare e valorizzare l’intera economia agroalimentare sabina.

E’ con questo spirito che Renzo Di Mario ha scritto il suo ultimo libro, diprossima pubblicazione, “Viaggio nei prodotti tipici, nell’enogastronomia e nelle tradizioni agricole della Sabina”.

L’autore reatino ha evidenziato il ruolo propulsivo e le potenzialità delle produzioni sabine, dall’olio al vino, dal tartufo alla castagna, dal miele al formaggio, dalla lenticchia alla patata, dalle piacevolenze dolciarie fino alla pregevolezza delle carni dal punto di vista nutrizionale ed organolettico.

E’ necessario, però, che siano inseriti su internet, mediante portale provider e vengano provvisti di controlli, monitoraggi, marchi di qualità e certificazioni delle località d’origine, non escluse quelle silvifiche e zootecniche. E’ inoltre essenziale che si provveda a tutelare la loro specifica di fronte al mercato totale che si impone regole e prezzi.

 

IL COMITATO: CORREVA L’ANNO…
BREVE STORIA DELLA FESTA DELLA MATRICOLA


Parlare di una Rieti lontana nel tempo non è certo un novità, tenuto conto dei valenti impegni editoriali che, in momenti diversi, hanno inteso ricostruire la storia della nostra città con lo scopo di riscoprirne le radici e per dare più valore agli accadimenti del presente.

È una novità, però, l’iniziativa di trasferire, attraverso una ideale macchina del tempo, l’attuale “modus vivendi” in epoche che, seppure lontane, risultano quanto mai vicine se confrontate con quelle odierne per il solo piacere di rivedersi in altri periodi, senza preoccuparsi di stilare una graduatoria di merito.

Questa immaginaria macchina del tempo, condotta con sagace maestria dal Comitato che ideato e coordinato il presente progetto editoriale, ci riconduce ad una città ancora in difficoltà per i postumi della guerra, attanagliata, quindi, da numerosi problemi che rallentavano il necessario programma di sviluppo. In quei frangenti, un gruppo di studenti universitari, ricchi soltanto della sana spregiudicatezza della loro gioventù, pensò bene di togliere, almeno per un certo periodo dell’anno, il ” sombrero” dalla testa di una città, apparentemente pigra, ma potenzialmente riccadi variegate risorse produttive.

Nacque, così, la “Festa della Matricola”, periodo festosamente goliardico che rifletteva, categoricamente,”l’asservimento” della città al “Marchesatus Sabinensis Goliardiae”. Per più di una settimana la prorompente gioia di vivere degli universitari (baroni e schiavi) contagiava gli abitanti della città che partecipavano alla “Festa” con vero entusiasmo come per attingere dalla stessa la forza necessaria per le difficoltà ed aprirsi al futuro migliore.

Sono stati momenti bellissimi, affascinanti che hanno contribuito a creare un rapporto sinergico fra la città e la gioventù universitaria già consapevole, nonostante la logica esuberanza, della importanza di dare concretezza alle rispettive aspirazioni professionali anche a beneficio della necessità del nostro territorio.

Oggi, gli atteggiamenti del vivere sono perentoriamente cambiati, relegando “nell’archivio dei ricordi” le fantasiose iniziative della “Festa della Matricola”. Alcuni”nobili” del “Marchesatus” non sono più presenti, ma le pagine del volume si sfogliano e si leggono molto volentieri anche nel loro ricordo. La malcelata nostalgia che immancabilmente avvolge i ricordi non sconfina, però, nella amarezza per il tempo trascorso e per “l’abbandono” della sana goliardia.

Consolida, invece, in quanti, a suo tempo, sono riusciti a coinvolgere positivamente l’intera città, l’impegno di affrancarla per creare una adeguata vitalità socio-economica i cui “germi” erano già presenti nel “DNA” organizzativo della “Festa della Matricola”.

È con questa convinzione che la Fondazione Varrone ha deciso di dare alle stampe il presente volume, ringraziando sentitamente tutti i componenti del Comitato Promotore per avere costruito un altro “tassello storico” della nostra città degno di essere “visitato” anche dalle generazioni che verranno.

2024-02-15T13:43:05+00:001 Settembre 2021|

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