Tre giorni a Villa Rosina con i primi ospiti, sei adolescenti in arrivo dal Bambin Gesù: “Possiamo ritornare?”

La neve nel bosco, l’albero di Natale con i regali pronti, il fuoco acceso, una tazza di cioccolata calda: così venerdì pomeriggio Villa Rosina ha accolto il primo gruppo di ospiti, in arrivo dal Bambino Gesù di Roma: sei adolescenti tra i 13 e i 18 anni originari di Lazio, Calabria e Campania, che si sono incontrati e conosciuti nel reparto di Oncoematologia dell’ospedale pediatrico romano e che grazie al progetto promosso dalla Fondazione Varrone hanno avuto la possibilità di passare tre giorni insieme in montagna, a respirare amicizia e normalità.

“Il momento più duro? I saluti: è stata un’esperienza forte e bellissima per tutti. I ragazzi vorrebbero tornare”, dice Stefania Marinetti, che insieme a un piccolo gruppo di volontari della Mensa di Santa Chiara ha provveduto all’accoglienza. Fondamentale è stata anche l’assistenza garantita dal Bambino Gesù, con il professor Franco Locatelli che a distanza ha seguito l’andamento del soggiorno e ha ringraziato il personale che ha accompagnato i ragazzi: il caposala Italo, Patrizia, infermiera e assistente ludica, e Andrea, psicologo.

Nei tre giorni di permanenza le condizioni meteorologiche non hanno consentito di fare attività all’aperto, ma per i ragazzi poter essere insieme ed essere a casa a chiacchierare, giocare, mangiare è stata un’esperienza bellissima. A supportare il gruppo negli spostamenti, resi particolarmente difficili dalla neve e dal ghiaccio, sono stati gli agenti della Polizia di Stato in servizio al Terminillo. Ma il progetto può contare su un’ampia rete di collaborazione, tanto forte è stata la condivisione che ha suscitato nella comunità terminillese e reatina.

2021-12-13T10:19:01+00:0013 Dicembre 2021|

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