Un piccolo volume, realizzato da Ileana Tozzi per conto della Misericordia, volto a dare ragione della secolare storia delle confraternite attive dal medioevo nella città di Rieti sulla scorta delle fonti d’archivio e delle fonti materiali ancora visibili lungo le antiche strade percorse dai nostri antenati che si associavano sotto il titolo e gli stendardi di un Santo Patrono, con l’assidua vigilanza del clero regolare e secolare, per sovvenire alle difficoltà della vita terrena e meritare così uno spicchio di paradiso o almeno una indulgente permanenza nel purgatorio, scontando gli inevitabili peccati della fragilità umana grazie alla generosa assistenza assicurata ai poveri, agli ammalati, ai moribondi.
Le confraternite di mestiere, come la Compagnia dei Falegnami intitolata a San Giuseppe o la Confraternita dei Mercanti promossa dai Padri Domenicani sotto il titolo di San Pietro Martire garantivano la sussistenza delle vedove e degli orfani per gli associati, i tempi in cui non esisteva alcuna forma di tutela pubblica, le confraternite d’altare e d’oratorio gareggiarono nel dotare gli spazi loro affidati di dipinti e statue di pregio.
Tutte le confraternite ebbero un ruolo di prim’ordine nell’allestimento di processioni e sacre rappresentazioni, così come nell’organizzazione di pellegrinaggi, osteggiate dalle autorità religiose quando l’ansia di fare proseliti indulgeva a promuovere giochi popolari e pubblici banchetti. Lo spaccato di vita cittadina che emerge dalle pagine del saggio, prefato da Franco Cardini, aiuta a comprendere più da vicino la storia reatina tra il medioevo e l’età moderna.