Dal Sentiero di Gabriele la bellezza del paesaggio. Il CAI Monterotondo scopre Rivodutri e i suoi monumenti naturali

L’ambiente green alle pendici dei Monti attorno a Rivodutri ha incantato i 50 escursionisti provenienti da Monterotondo e dal Reatino domenica 3 aprile, complice la neve di primavera caduta copiosa il giorno prima. Il gruppo guidato dalla sezione del CAI di Monterotondo ha percorso per la prima volta il Sentiero di Gabriele, in memoria del giovane attivista ambientalista scomparso nel 2013, che molto ha fatto per la ricerca e la protezione della fauna selvatica e per gli habitat partendo da queste terre, a cui era molto legato, fino alla difesa del Terminillo.

Gli escursionisti partiti dalla Sorgente di Santa Susanna, tra le più grandi d’Europa e per questo dichiarata “Monumento naturale”, salendo lungo l’itinerario segnato da tabelle hanno potuto ammirare i resti della Torre detta Palommolò (fine XV sec.), poi “la Corta” e le sue vecchie abitazioni all’ingresso del paese. Un suggestivo percorso ripulito dai rifiuti ingombranti grazie ad alcuni volontari solo tre anni fa e da valorizzare ancora di più, per evitare che ad ogni abbandono ritorni ad essere un “butto” facendo perdere il fascino naturalistico dei luoghi in cui l’uomo nel passato si è preso cura, ha lavorato e costruito, come dimostrano le vestigia dei vecchi mulini. Il gruppo si è soffermato a osservare l’iconica immagine di edicola scolpita sulla pietra che faceva da parete all’antica chiesa rupestre della Madonna della Valle, immaginando quanta devozione nutrisse in passato l’antica comunità di Rivodutri verso la roccia legata all’acqua, al punto da tramandare l’apparizione di una Madonna con Bambino sulla parete strapiombante nel Fosso dei Molini.

Cultura, mistero e natura hanno punteggiato le soste di salita, tra tutte quella relativa alla misteriosa porta alchemica o arco di Nicolò, raccontato in tutti i dettagli ermetici dal Prof. Luca Vannozzi. Lasciati i punti di interesse storico che hanno toccato le diverse frazioni di Rivodutri, il Sentiero di Gabriele si è inerpicato in montagna per uno sviluppo completo di quasi 18 km e oltre 900 m. di dislivello, passando per il Faggio di S. Francesco, altro monumento naturale che ha sorpreso per il verde germogliante in contrasto con il bianco di depositi di neve sui rami. Una volta in cima, in corrispondenza dei ruderi dei Castelli di Cocoione e de La Rocchetta, si sono spalancati panorami aperti e mozzafiato sulla Piana di Rieti e la Riserva dei Laghi, uno dei paesaggi rurali più belli d’Italia che figura dallo scorso anno nel Registro nazionale dei paesaggi rurali d’interesse storico con la definizione “Bonifica Romana e dei Campi Allagati della Piana di Rieti”. L’attrattiva di un territorio nasce dal giusto equilibrio tra conservazione del paesaggio naturale di montagna e pianura indissolubilmente legate, e azione dell’uomo, intesa come prendersi cura nel vivere, nell’abitare e nel lavorare in un ambiente caratteristico da tramandare alle future generazioni.

Anche il Sentiero di Gabriele può inserirsi in questa visione grazie all’impegno della comunità.

Il Sentiero di Gabriele, avendo una forma a 8, è composto oltre dall’Anello Grande, da altre due varianti con minore dislivello, sviluppo e tempo di percorrenza: l’Anello Alto e l’Anello Basso.

2022-04-05T08:21:03+00:005 Aprile 2022|

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